giustizia

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PERUGIA

ESPOSTO

P.C.

DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA

PROCURA DELLA REPUBBLICA DI CATANIA

PROCURA DELLA REPUBBLICA DI GENOVA

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO

IL FATTO QUOTIDIANO

LA VERITA’

CORRIERE DELLA SERA

(via raccomandata)

Il Sottoscritto, Giovanni AMADUCCI, nato a Boston(USA) il 1.3.64 e residente a Firenze in XXX, espone quanto segue:

1) In data 23.9.15 è stato presentato esposto presso la Procura di Roma (allegato 1), a cui seguivano alcune integrazioni (24.6.16, 10.10.16, 16.11.16, 17.3.17). Nel depositare quella del marzo 2017 si è fortuitamente appreso che con decreto del 10.1.17 la Procura capitolina per mano della Dott.ssa Laura Condemi aveva archiviato (allegato 2), sebbene sia nel suddetto esposto che nell’integrazione del 24.6.16 (allegato 3) era stata fatta precisa domanda di essere avvisato ex art. 408 c.p.p. della eventuale richiesta di archiviazione. Questa anomalia la si era segnalatata al Dott. Pignatone il 6.7.17. Giova ricordare che il motivo scatenante dell’esposto a Roma era legato al finanziamento ai partiti, per via di un emendamento fatto da una parlamentare del PD nell’estate del 2015 – quasi una “sanatoria” dei bilanci del 2013 e 2014 – quando poco prima (5.6.15) era stato inviato per raccomandata proprio ai Garanti del Partito Democratico richiesta di trasparenza sui loro finanziatori ( https://www.civitasdemocratica.it/2015/06/05/ai-garanti-del-pd/ ). Si legge infatti al punto 3 dell’esposto del 23.9.15: “Nel caso la ‘sanatoria’ dovesse essere approvata anche al Senato, prima che diventi legge e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale questo in teoria darebbe facoltà a Codesto Ufficio di avviare un’indagine per fare luce sul perché di tanta fretta nell’approvare tale ‘sanatoria’. Fretta che francamente appare un po’ sospetta, quasi si dovesse nascondere qualche altarino sui bilanci o la provenienza di qualche sponsorizzazione. E che, inutile dirlo, in questo caso oltre a coinvolgere i vari partiti che hanno già votato a favore alla Camera, inevitabilmente coinvolgerebbe, visto il silenzio al succitato esposto, anche la Segreteria nazionale del Partito Democratico ed i relativi Garanti”. Da notare inoltre che nelle conclusioni contenute nella segnalazione al PD di giugno 2015 si era chiesto lumi sulla ‘Fondazione Open’ che, come si evince da un articolo de ‘La Nazione’ dell’11.4.18, chissà perché oggi risulta essere in fase di chiusura (allegato 4).

2) Oggi è la Procura di Genova ad occuparsi del finanziamento ai partiti con il sequestro preventivo ai fondi della Lega. In un articolo dell’ ‘Huffington Post’ del 5.7.18 dal titolo ‘Godzilla e il pulcino’ ( https://www.huffingtonpost.it/alessandro-de-angelis/godzilla-e-il-pulcino_a_23475589/?utm_hp_ref=it-homepage ) si legge : “Sentenza definitiva secondo la quale i poco meno di 49 milioni di soldi pubblici, versati dalla Lega come rimborso elettorale, sono scomparsi nel nulla, un unicum nella storia non poco edificante del finanziamento pubblico in Italia segnato dall’assenza di quella ‘trasparenza’ fino a poco tempo fa invocata dai Cinque Stelle, anzi ragione costitutiva del Movimento… Un anno fa sul Blog a Cinque stelle – altro che il pigolio di Bonafede – si leggevano queste parole che investivano direttamente le responsabilità, o presunte tali, dell’attuale ministro dell’Interno, a seguito dell’inchiesta dell’Espresso sui rimborsi della Lega: ‘Salvini e Maroni vi ricordate di quando avete utilizzato i soldi pubblici rubati da Bossi e Belsito ? A due anni dalla prima denuncia del Movimento 5 Stelle, emerge sempre più con forza che anche Salvini e Maroni hanno utilizzato parte dei 48 milioni di euro pubblici frutto della truffa orchestrata da Umberto Bossi e l’ex tesoriere Belsito, entrambi già condannati per la vicenda Tanzania & diamanti. Salvini e Maroni, rispondete’” (allegato 5). Infatti se si clicca sul secondo link “prima denuncia” del sopracitato articolo, si viene indirizzati ad un post del Movimento 5 Stelle del 2.11.15 ( http://www.movimento5stelle.it/parlamento/2015/11/truffa-rimborsi-lega-chiamati-in-causa-anche-salvini-e-maroni.html ), ove si legge: “Il M5S è l’unica forza politica che rinuncia ai rimborsi elettorali e che in Parlamento ha votato contro la porcata della Boccadutri , la leggina con cui i partiti in quattro e quattr’otto si sono sbloccati i finanziamenti per il 2013 e il 2014 senza uno straccio di controllo sui bilanci. La Lega alla Camera ha votato a favore della legge, per poi redimersi all’ultimo minuto in Senato. Un atto di facciata, perchè quei soldi continua a intascarseli esattamente come tutti gli altri” (allegato 6). In realtà, essendo l’On. Boccadutri un parlamentare uomo del PD, il blog pentastellato probabilmente si riferiva alla “porcata” dell’On. Teresa Piccioni, proprio come indicato nell’esposto del 23.9.15. Appare pertanto ancor più incomprensibile il comportamento della Procura romana visto che sul tema quest’ultima si è dimostrata collaborativa nei confronti di quella genovese: “Intanto la procura di Roma ha trasmesso a Genova un fascicolo riguardante il finanziamento di 250mila euro di una delle società dell’immobiliarista Luca Parnasi, arrestato per corruzione, alla onlus ‘Più Voci’, vicina al Carroccio” ( http://www.ilgiornale.it/news/politica/lega-magistrati-allassalto-si-cercano-i-soldi-lussemburgo-1575359.html ). E sulla medesima vicenda, sembra sia proprio la Procura di Roma ad indagare sulla fondazione ‘EYU’, vicina al PD.

3) Chi scrive, a scanso di equivoci, è tendenzialmente favorevole al TAV in Val di Susa ma molte analogie sulle modalità di archiviazione della Procura di Roma con quanto accaduto al sottoscritto (modello 45 e mancato avviso di richiesta di archiviazione) le si possono trovare in un articolo de ‘il Fatto Quotidiano’ del 22.4.18 dal titolo “L’ex pm: ‘Il Tav è una truffa’. Ma il pm archivia”, dove l’ex leader di MD Livio Pepino critica i colleghi romani affermando che “C’è da non crederci. Archiviare in questo modo è possibile solo per gli esposti palesamente privi di rilievo penale. Qui, invece, si ipotizzava una truffa in base a elemeti specifici. Era, dunque, doveroso spiegare perché la si è ritenuta insussistente e sottoporre la motivazione al giudice” (allegato 7).

4) Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, vengono riportate da ‘LaVerità’ del 29.8.18 le dichiarazioni del vicepremier Di Maio: “E parlando di trasparenza: chiediamo ai Benetton di pubblicare i nomi di tutti i politici e tutti i giornali finanziati nel corso di tutti questi anni” (allegato 8). Sul tema, in un post del 21.12.17 dal titolo ‘Calabron’ ( https://www.civitasdemocratica.it/2017/12/21/calabron/ ), si era scritto: “Proprio il giorno dell’inaugurazione della nuova veste grafica de ‘la Repubblica’ (22.11.17), si scorgono paginate di pubblicità da parte di ENI ed ENEL, con articoli dedicati ai veicoli elettrici e metano… E’ troppo chiedere al quotidiano romano quanto prende di pubblicità dalle suddette aziende energetiche? Non è una critica alle lobby, solo richiesta di trasparenza” (allegato 9). Il giorno seguente all’integrazione a Roma del 24.6.16, il ‘Corriere della Sera’ pubblica un’inserzione pubblicitaria di ENI sul fotovoltaico a film sottile (allegato 10), che è il motivo principale per cui si era fatta l’integrazione, in quanto l’applicabilità del prodotto sponsorizzato non era molto dissimile dall’idea avanzata pochi mesi prima presso l’ufficio brevetti di Firenze. Va sottolineato che di lì a poco le medesime pubblicità dell’ENI non sono state più riproposte in nessun quotidiano italiano. E’ quindi lecito sospettare che dopo l’integrazione del 24.6.16 informalmente vi sia stata qualche segnalazione.

5) L’integrazione del 24.6.16 era stata depositata anche presso la Direzione Nazionale Antimafia, per via della la fusione tra ‘La Stampa’ e ‘la Repubblica’. Al punto 13 si scriveva: “Nel documento si accenna anche alla raccomandata del 16.10.15 al Procuratore di Catania (inviata per conoscenza al C.S.M. e Procura di Torino) riguardo ad una lunga vicenda giudiziaria iniziata nel 1997 e che riguarderebbe noti quotidiani nazionali. Si sottopone al Procuratore Nazionale Antimafia Roberti eventuali azioni da intraprendere in merito, visto che l’annuncio della fusione è avvenuto proprio all’indomani dello scagionamento per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti dell’editore catanese Mario Ciancio Sanfilippo”. La quinta sezione della Cassazione ha poi annullato la sentenza di proscioglimento nei confronti dell’editore siciliano, questa emessa dal GIP di Catania Gaetana Bernabò Di Stefano che l’aveva motivata col fatto che il reato di associazione esterna “non esiste”. Oggi l’editore de ‘La Sicilia’ è difeso in giudizio dall’attuale Ministro della Pubblica Amministrazione, Avv. Giulia Bongiorno, e la concessionaria per la pubblicità nazionale del quotidiano catanese è gestita (almeno fino a luglio 2017) da ‘RCS Pubblicità’ (allegato 11). Sul ‘Corriere della Sera’ del 3.9.18 si può leggere un articolo dedicato all’Avv. Sergio Barozzi, appena scomparso (allegato 12). Quest’ultimo compare sulla sentenza n° 9495/08 della Cassazione – Sezione Lavoro come difensore della Unisys Italia – multinazionale che gestiva anche i sistemi editoriali di RCS quotidiani – contro il sottoscritto (allegato 13). Se è stato ingaggiato “uno dei più noti giuslavoristi italiani” ( https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_settembre_03/sergio-barozzi-l-avvocato-ucciso-calabrone-vita-codici-rugby-guida-03f12fc8-af47-11e8-8b32-ed1119b5e5f1.shtml ), forse ciò significa che qualcuno aveva qualcosa di grosso da nascondere. Del resto fa riflettere, avendolo segnalato al C.S.M. ed al Presidente Mattarella ( https://www.civitasdemocratica.it/2017/07/13/al-presidente-della-repubblica/ ) nel luglio 2017 (allegato 14), come la Procura di Genova su tale vicenda abbia inspiegabilmente fatto richiesta di archiviazione dopo ben nove anni, mandando tutti i reati in prescrizione. Ed il risultato di ciò lo si legge nel giudizio che viene dato sulle correnti della magistratura nell’ultimo libro di Riccardo Iacona del 2018 dal titolo ‘Palazzo d’ingiustizia’: “non è possibile che quattro associazioni di diritto privato si siano impadronite di un organo di rilevanza costituzionale come il Csm, distribuendo incarichi e trasformandolo in un mezzo di asservimento dei magistrati. Il Csm… non è più l’organo di autotutela, non è più garanzia dell’indipendenza, ma è diventato una minaccia, perché non vi siedono soggetti distaccati ma faziosi che promuovono i sodali e abbattono i nemici, utilizzando metodi mafiosi” (pag. 160).

Tutto ciò premesso,

si porta a conoscenza dei fatti summenzionati la S.V. affinché nei confronti della Dott.ssa Laura Condemi, PM della Procura di Roma, siano adottati tutti quei provvedimenti che si riterranno necessari, anche a tutela della persona offesa.

Voglia la S.V.:

1) disporre il sequestro preventivo di tutto il fascicolo penale inerente alla denuncia presentata dal sottoscritto presso la Procura di Roma il 23.9.15.

CHIEDO

di essere avvisato ex art. 408 c.p.p. della eventuale richiesta di archiviazione.

Documenti allegati:

1) Esposto del 23.9.15 presso Procura di Roma; 2) Decreto archiviazione Dott.ssa Condemi del 10.1.17; 3) Integrazione del 24.6.16; 4) Articolo de ‘La Nazione’ dell’11.4.18; 5) Articolo ‘Huffington Post’ del 5.7.18; 6) Post dal blog Movimento 5 Stelle del 2.11.15; 7) Articolo de ‘il Fatto Quotidiano’ del 22.4.18; 8) Articolo de ‘LaVerità’ del 29.8.18; 9) Post ‘Calabron’ del 22.12.17 da ‘Civitasdemocratica.it’; 10) Pubblicità ENI su ‘Corriere’ del 25.6.16; 11) Gerenza quotidiano ‘La Sicilia’ del luglio 2017; 12) Articolo ‘Corriere della Sera’ del 3.9.18; 13) Sentenza n° 9495/08 della Cassazione – Sezione Lavoro; 14) Lettera al Presidente Mattarella del 13.7.17;

Perugia, 21.9.18

Giovanni AMADUCCI

 

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