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Firenze, 5.5.19

Come ci insegna il rabbino di Firenze, relatore all’ultimo ‘Festival delle Religioni‘ svoltosi a S.Miniato al Monte, secondo il rito ebraico siamo nell’anno 5779.

A vedere quello che è successo in Piazza S.Spirito durante la festa della Liberazione si direbbe siamo indietro anni luce: “oramai la misura è colma e visto che dalle istituzioni (Comune e forze dell’ordine), nonostante le mie denunce e appelli, non ricevo alcuna risposta ho deciso di chiedere un preventivo per chiudere lo spazio tra la scalinate e l’ingresso della basilica”, dove i soliti ignoti “fanno pipì accanto agli ingressi della chiesa” (priore Pagano, ‘Corriere Fiorentino’, 27.4.19).

Ma non solo, perché la sera del 25 aprile durante il concerto sia maschietti che femminucce facevano tranquillamente i loro bisogni sulle mura della chiesa dietro le macchine parcheggiate. Non c’è verso, su questo specifico tema non si riesce a venirne fuori, malgrado la segnalazione di oltre sette anni fa – e pubblicate sulla stampa locale – al precedente inquilino. Che da piazzale Michelangelo ci manda il selfie: “Non c’è niente da fare, amici: sono il senatore più fortunato del mondo. Guardate che meraviglia di collegio” (‘Corriere della Sera’, 30.4.19). Forse una certezza della multa aiuterebbe?

Oramai siamo in campagna elettorale per la conquista di Palazzo Vecchio e quindi è partito il solito rimpallo: al ping “città insicura” del Ministro Bonafede (‘Corriere Fiorentino’, 30.4.19), fa pong il “certezza della pena” dell’attuale Sindaco fiorentino: sarebbero da prendere tutti e due a nocchini nel capo. Il primo perché fa formalmente parte di un Governo che del ‘Decreto Sicurezza’ ne ha fatto una bandiera. Il secondo perché ha iniziato a stropicciarsi gli occhi solo dopo che il ‘Corriere Fiorentino’ gli ha sbattuto in faccia il 22.11.18 la mappa cittadina dello spaccio, per poi farsi fare le foto opportunity con le forze dell’ordine all’indomani della guerriglia alle Cascine tra quest’ultime e i vari pusher guidati da un ghanese.

Sul tema migranti Fiorenza Sarzanini (anche se scambia l’episodio di Lampedusa del 2013 con quello dei 700 nel canale di Sicilia) sul ‘Corriere’ del 30.4.19 scrive: “Nel 2015 ci fu un naufragio al largo dell’isola di Lampedusa che provocò almeno 700 vittime. Migranti in cerca di una nuova esistenza morirono per le ustioni o annegati… Furono presi impegni solenni… Non accadde nulla di concreto. Anzi…una ‘distribuzione equa’ non è mai stata mantenuta”. Più di altri, a naufragare sembra lo “spirito di solidarietà” del trattato di Lisbona. E una soluzione non è venuta fuori neanche durante il dibattito fra i candidati alle elezioni europee svoltosi allo ‘The State of the Union‘ di villa Salviati, dove anzi c’è stata un’altra ammissione: “we missed the digital revolution” (Guy Verhofstadt). Se a ciò aggiungiamo che dopo un acquisto su Amazon la fattura arriva dal Lussemburgo, il rischio di disintegrazione europea, come ha ammonito il giornalista Leo Sisti ad un convegno fiorentino, è pressoché certo.

Vinceranno le elezioni sui migranti” ammonisce il Dott. Pietro Bertolo, medico di Lampedusa, in chiusura del già menzionato ‘Festival’, questo organizzato dalla consorte del presidente di Toscana Aeroporti. Che in perfetto linguaggio interreligioso durante un dibattito pubblico col Sindaco di Prato, il quale palesava la contrarietà di una parte dei suoi concittadini all’allargamento della pista, gli ha soavemente dedicato un bel “non mi prendere per il c…” (‘Corriere Fiorentino’, 10.4.19): non si capisce se ‘Marchino’ è più interessato alle rotte infernali verso le popolazioni africane, o più a quelle paradisiache verso gli sceicchi.

A proposito di continente nero, gli studenti dell’ISIS ‘Galilei‘ hanno fatto da Cicerone ai cittadini il 30.4.19 per il progetto del FSE denominato ‘Via Palazzuolo, strada di arte e migrazioni’, in quello che era uno dei quartieri più popolari del centro di Firenze; durante il tour si apprende la storia di una donna africana che dopo mille stenti è riuscita a raggiungere il suolo fiorentino e sopravvivere grazie alla presenza di una comunità somala. Accompagnati dentro la chiesa di S.Paolino si viene informati che i crolli di calcinacci avvenuti nei giorni scorsi sono stati causati dai cantieri adiacenti per far rinascere l’ex Monte dei Pegni, una struttura di diecimila metri quadri. In quanto a crolli gli studenti del ‘Galilei sono oramai degli esperti; ma quando nel lontano 2013 a proposito dell’edificio adiacente al loro si scriveva: “A parte che sarà un po’ un’impresa riqualificare un edificio come ad esempio l’ITIS Meucci, essendo questo in classe G, quindi un colabrodo energetico; tanto che la custode di quell’istituto una volta disse che ‘bisognerebbe butta’ giù ogni hosa’ ”: a qualcuno per caso fischiano le orecchie dopo i fatti di marzo scorso?

Tornando a via Palazzuolo, per gli studenti del ‘Galilei’ quella di cui sopra è un’operazione “speculativa”. La vicenda ha già avuto un suo percorso giudiziario, ma va detto che chi ha in gestione i lavori è “attiva in tutta Europa con hotel pensati per un target giovane (e ricco)” (‘Corriere Fiorentino’, 4.4.19) i cui interni avranno come tema la ‘Divina Commedia’ con “le camere suddivise tra stanze ‘Paradiso’ e stanze ‘Inferno’”. Proprio quello che ci voleva, vis-à-vis con il centro per anziani, dove per il pranzo del primo maggio a 8 euro davano baccelli con pecorino e salumi (con Matteo sarebbe stato ancor più saporito).

Come mai non è mai venuto in mente di farci qualcosa più in sintonia con “virtute e canoscenza”?

Qui non esiste un corso universitario di filologia dantesca” sbotta il direttore del ‘Corriere Fiorentino’ Paolo Ermini alla presentazione dei Quaderni del ‘Circolo Rosselli’ dal titolo ‘Cultura. Una certa idea di Firenze’. Sì ok, ora se li faranno anche nelle lussureggianti camere di via Palazzuolo, ma questa città non può rimanere mentalmente impiccata al 1300 o deambulare ad infinitum sulle ‘Tracce della battaglia di Anghiari’ del 1440 contro i milanesi.

Basterebbe far comunicare le banche dati dei sistemi sanitari nazionali… Bisogna garantire la mobilità europea dei ricercatori” (S.Dompé, ‘Corriere della Sera’, 29.4.19): la prima lasciamola oramai agli olandesi che avranno in gestione l’Ema, ma siccome in tal senso a livello didattico nel capoluogo toscano qualcosa già c’è ( https://www.civitasdemocratica.it/2018/06/20/erasmus-meets-your-neets/ ), la speranza è che la stampa locale e associazioni no profit pongano ai vari candidati sindaci la seguente domanda: sull’inserto ‘L’Europa che votiamo’ del ‘Sole’ di aprile è comparsa la notizia che “La prossima a veder la luce sarà l’Agenzia europea per il lavoro. La piena operatività è attesa per il 2023 e in corsa per la sede potrebbe esserci anche Milano, per riscattarsi dalla delusione dell’Ema, l’Agenzia del farmaco, assegnata ad Amsterdam sul filo di lana con un sorteggio”; siete d’accordo o no nell’avanzare la candidatura di Firenze?

Facendo ritorno al tema ‘principale’, sulla brochure del sopracitato festival interreligioso si legge: “Ecco perché il titolo di questa edizione è Orā-te e ruota sul doppio significato di ‘pregate’, in latino, e allo stesso tempo di ‘ora te’, con l’esortazione a rinnovare se stessi e a meditare sulla propria vita e sul proprio tempo. Come si fa? Il Festival riflette proprio su questo ed invita a ‘trattenere’ tò katechon – ho katechon in greco – il tempo”.

Infatti c’è chi ci invita a ‘trattenere’, e chi invece a ‘rilasciare’: orate o orinate?

Cordialmente

Giovanni Amaducci

(CivitasDemocratica.it)

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