giustizia

AL PROCURATORE GENERALE DELLA CASSAZIONE

(Dott. Giovanni SALVI)

(Brevi manu)

Il Sottoscritto, Giovanni AMADUCCI, nato a Boston(USA) il 1.3.64 e residente a Firenze in XXX, espone quanto segue:

1) Nell’ottobre 2015 era stata inviata raccomandata alla Procura di Catania in virtù del fatto che nei confronti dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo era stata inoltrata richiesta di rinvio a giudizio per concorso eterno in associazione mafiosa (allegato 1).

2) In data 17.3.17 era stato depositato esposto presso il Consiglio Superiore della Magistratura avente come oggetto la richiesta di provvedimenti disciplinari nei confronti della Dott.ssa Cristina Camaiori (allegato 2), Pubblico Ministero presso la Procura di Genova, dal momento che quest’ultima nella primavera del 2015 aveva fatto richiesta di archiviazione di un fascicolo (n° 9309/15/44) depositato nove anni prima; richiesta di archiviazione avvenuta praticamente in coincidenza con la richiesta di rinvio a giudizio dell’editore catanese (allegato 3). Difficile pensare ad una dimenticanza della Procura genovese, che ha comunque avuto l’effetto di mandare tutti i presunti reati in prescrizione. Infatti a causa dell’evasività contenuta nella risposta da parte del C.S.M. al suddetto esposto del marzo 2017 (allegato 4), si era informato di ciò anche il Presidente della Repubblica: “Possibile che tra C.S.M., Ministero e Procura Generale presso la Cassazione, non si sia ipotizzata la sussistenza di anomalie sul funzionamento della Procura di Genova? (…) La pregherei di prendere in esame se dietro la risposta del C.S.M. a questa oramai storia ventennale, non si nasconda invece qualcosa di più patologico. E cioè la sempre più labile separazione tra potere politico, giudiziario e mediatico. Distinzione che invece dovrebbe essere alla base di uno Stato liberale” (allegato 5).

3) Il 24.4.19, poche settimane prima delle intercettazioni che hanno coinvolto l’ex Presidente dell’ANM Luca Palamara, è stata inviata per raccomandata comunicazione sempre al C.S.M. in cui venivano messe in luce tutte le contraddizioni del medesimo Consiglio contenute nella risposta di giugno 2017, nonché ribadite le anomalie degli uffici giudiziari fiorentini e genovesi (allegato 6). Nessuna risposta. A titolo di curiosità, in ambedue le comunicazione (17.3.17 e 24.4.19) si era posto l’accento sull’incompatibilità ambientale della GIP di Catania, Dott.ssa Gaetana Bernabò Di Stefano, che aveva ordinato “il non luogo a procedere” per il reato di concorso esterno nei confronti di Ciancio Sanfilippo.

4) A seguito di un esposto depositato il 21.9.18 presso la Procura di Perugia ( https://www.civitasdemocratica.it/2018/09/21/alla-procura-di-perugia/ ) affinché si indagasse sul motivo del decreto di archiviazione effettuato senza preavviso (ex art. 408 c.p.p.) da parte della Dott.ssa Condemi della Procura di Roma (allegato 7), era stata spedita integrazione per raccomandata il 16.9.19. Nella citata integrazione veniva ricordato quanto segue: “Infine, sempre a causa della vicenda Palamara, non vanno sottaciute le recenti dimissioni del Procuratore Generale della Cassazione Riccardo Fuzio, succeduto a Ciccolo, ed eletto dal plenum del C.S.M. a fine 2017 a sfavore del Procuratore Generale di Roma Giovanni Salvi in quanto sostenuto solo dal gruppo Area. Il Dott. Salvi nel giugno 2015 era stato ‘promosso’ dal C.S.M. da Procuratore capo di Catania a Procuratore Generale di Roma, poco dopo aver fatto richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di un noto editore catanese; fatti di cui si fa ampia menzione sia nell’esposto al C.S.M. del 17.3.17 che in quello del 24.4.19” (allegato 8).

5) Buona parte del materiale contenuto nella raccomandata inviata a Perugia qualche mese fa è stato estrapolato dal libro di Stefano Livadiotti del 2009 intitolato ‘Magistrati – L’ultracasta’. A pag. 152 riguardo i provvedimenti disciplinari si legge quanto segue: “Chi è riuscito a guadagnarsi anche solo uno strapuntino nella madre di tutte le caste può dormire sereno, sapendo che anche se sbaglia non verrà quasi mai chiamato a pagare. Il meccanismo che lo protegge ha un filtro, a monte, nella procura generale della corte di cassazione, dove affluiscono le segnalazioni delle supposte malefatte che partono dagli uffici giudiziari locali (obbligati a riferire) e dal ministero , ma anche da semplici cittadini (che non hanno alcun diritto, e chissà perché, a essere informati sugli esiti del reclamo)” (allegato 9). Si ricorda nuovamente, onde fugare eventuali dubbi, che l’esposto del 17.3.17, oltre che presso il Consiglio Superiore della Magistratura e Ministero della Giustizia, era stato depositato anche presso la Procura Generale della Corte di Cassazione.

Tutto ciò premesso,

si CHIEDE che il Procuratore Generale presso la Cassazione, in qualità di titolare dell’iniziativa disciplinare, voglia prendere provvedimenti sui fatti di cui in narrativa.

Documenti allegati:

1) Raccomandata del 16.10.15 alla Procura di Catania; 2) Esposto al C.S.M. del 17.3.17; 3) Richiesta archiviazione proc. n° 9309/15/44 Dott.ssa Camaiori; 4) Risposta C.S.M. del 23.6.19; 5) Raccomandata al Presidente della Repubblica del 13.7.17; 6) Raccomandata al C.S.M. del 24.4.19; 7) Decreto archiviazione proc. n° 9900/15 Dott.ssa Condemi; 8) Integrazione via raccomandata del 16.9.19 alla Procura di Perugia; 9) Estratto dal libro di Stefano Livadiotti ‘Magistrati – L’ultracasta’;

Roma, 10.12.19

Giovanni AMADUCCI

Risposta dell’11.1.20: Prot. 756_2020

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