giustizia

AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE

(Dott.ssa Marilena RIZZO)

(s.p.m.)

Presidente Rizzo,

ho ricevuto venerdì scorso la Sua lettera del 27.3.19 (Prot. 2620-U) in risposta alla mia raccomandata del 6.3.19.

Non era assolutamente mia intenzione chiederLe delle “consulenze giuridiche” sulla sentenza, ma ricevere semplicemente un “Sì” o un “No” sulla competenza territoriale.

Nell’attesa, dal momento che anche “gli avvocati iscritti al Foro” non sono infallibili (prima la CEDU a Strasburgo, poi Firenze, fino a sentirsi rinfacciare Roma dal Giudice Florio in udienza), mi sono arrangiato recandomi presso l’Ufficio Pubblicazioni Sentenze per sapere le scadenze. Dove mi è stato confermato (gratis!!!) che la sentenza, in quanto non rigettata dal Giudice, è appellabile su Firenze; o eventualmente anche in Cassazione.

Più probabile la seconda (soldi e tempo permettendo), perché se il Dott. Florio afferma che “Il legislatore – in linea con i principi informatori della Costituzione – si è ben guardato da una sorta di incorporazione del partito politico nello Stato-ordinamento (connotazione che aveva caratterizzato l’esperienza fascista)”, ci ha pensato il Sen. Zanda (PD) a contraddirlo su ‘la Repubblica’ del 29.3.19: “La proposta è per l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione attesa da 70 anni e che non si riesce ad attuare. Non ci si riesce perché chiede che i partiti vengano organizzati con metodo democratico ed è il vero punto debole dei 5 stelle che dall’orecchio della democrazia non ci sentono” (allegato). Inutile, per brevità, rivangare i vari tentativi parlamentari; d’altra parte il debito pubblico italiano spiega molte cose.

Ma tutto ciò nella città di Calamandrei, il quale si dimise da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al regime fascista; che oltre ad essere stato un costituente è stato tra i primi ad avvertire puzza di bruciato: “I partiti da libere associazioni di volontari credenti si sono trasformati in eserciti inquadrati da uno stato maggiore di ufficiali e sottufficiali in servizio attivo permanente: nei quali a poco a poco si spegne lo spirito dell’apostolo e si crea l’animo del subordinato, che aspira ad entrare nelle grazie del superiore”.

Capita. Specialmente quando si finisce nelle mani di chi, fino a prova contraria, si è occupato principalmente di contenziosi familiari (I Sezione Civile).

E allora, chi sono coloro – visto che sembra ce ne sia proprio bisogno – “deputati” a dare consulenze storico-politiche a qualche giudice del Tribunale di Firenze?

Firenze, 11.4.19

Giovanni AMADUCCI

 

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