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Firenze, 8.4.19

Spett.le Garante Soro,

in allegato documento controfirmato il 4.4.19 dalla Vostra funzionaria…: al di là degli eventuali risvolti penali inerenti la mia vicenda (prot. 135278 ), in virtù dell’articolo del ‘Corriere’ del 18.1.19 ( https://www.corriere.it/tecnologia/19_gennaio_18/scoperto-maxi-furto-dati-online-rubati-730-milioni-mail-password-058ca2d2-1ab2-11e9-b5e1-e4bd7fd19101.shtml ) se si digita sul sito https://haveibeenpwned.com/ l’email amaducci@dada.it, questa risulta essere nell’elenco di quelle violate. Come a questo punto lo è stata anche la mia privacy. Chi fornisce il servizio, Register.it S.p.A., è una società che ha avuto dal Governo Gentiloni l’accreditamento allo SPID ( https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid/identity-provider-accreditati/registerit-spa ), strumento indispensabile per accedere al Reddito di Cittadinanza.

Entrando nel merito dello scambio di ‘amorosi sensi’ dei giorni passati col Movimento 5 Stelle, va riconosciuto che la Sua Autorità, come riporta ‘la Repubblica-Firenze’ ( https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/04/04/news/gli_hacker_avevano_violato_il_sito_del_pd_fiorentino_ma_per_il_garante_e_il_pd_che_deve_pagare-223286587/ ), ha comminato una multa al PD fiorentino. E sul voto un po’ pro domo mea di Rousseau ho già espresso le mie convinzioni ( https://www.civitasdemocratica.it/2018/10/02/godimento-5-stelle/ ), dove un eventuale utilizzo di un CMS come WordPress, che prevede varie tipologie di utenze tra cui quella di Amministratore, potrebbe risolvere tali problemi, anche se lascerebbe aperto il tema della privacy by design. Tuttavia, non posso dissentire quando dal M5S Le viene rivolto l’invito a controllare le “primarie” del PD ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/04/m5s-garante-privacy-sanziona-rousseau-casaleggio-su-soro-ex-deputato-pd-fa-uso-politico-di-autorita-indipendente/5087483/ ), in cui l’elettorato, per partecipare, basta dia 2 euro e le proprie generalità esibendo un documento valido; senza però sapere che fine fanno tutti questi dati sensibili.

Come riporta sempre il ‘Fatto’, alle ultime primarie “sono risultate scrutinate 269 schede rispetto a 216 votanti. Il circolo in questione si chiama ‘Angelo Vassallo’, il sindaco di Pollica che praticava la legalità e la tutela dei beni comuni, ucciso nel 2010 da una mano ancora ignota” ( https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/01/30/in-campania-zingaretti-flop-de-luca-fa-vincere-martina/4934182/ ). Mentre in un recente articolo de ‘Linkiesta’ ( https://www.linkiesta.it/it/article/2019/04/03/ndrangheta-bitcoin/41655/ ) vengono riportate le dichiarazioni del Procuratore Antimafia Cafiero de Raho e del Presidente Commissione Antimafia Morra del M5S (grandi appassionati di blockchain), che proprio perché “I mafiosi sono diventati professionisti nell’utilizzare tecnologie come i bitcoin”, dovrebbe essere il primo a preoccuparsi del fatto che senza una riforma dei partiti il rischio di inquinamento della politica con le criptovalute è assai elevato.

Sul finanziamento alla politica, in generale, che ci sia poca trasparenza lo ha evidenziato bene ‘Report’ nella sua ultima puntata, quando ha messo un faro sul dietrofront dell’attuale maggioranza in merito agli emendamenti di riforma del ddl concorrenza; ddl che prevede la vendita di farmacie a società di capitali.

Chi finalmente sembra essere uscito da un lungo letargo sull’attuazione dell’art. 49 della Costituzione è il Sen. Zanda ( https://www.civitasdemocratica.it/2019/03/30/ci-manda-zanda/ ), perché altrimenti, afferma lui, si rischia di “rendere i rappresentanti sempre più asserviti alle lobby finanziarie” (‘la Repubblica’, 29.3.19). A tal proposito, c’è da domandarsi come mai costui non si fosse mai reso conto che chi era a capo della ‘Fondazione Open’, la cassaforte dell’ex Segretario PD, fosse anche “componente del Consiglio di Amministrazione di ENEL S.p.A” ( http://www.consip.it/sites/consip.it/files/C.V.%20europeo%20A.%20Bianchi%20aprile%202017_Redacted.pdf ). Che, coincidenza, lo ha visto pure “Presidente di Dada S.p.A, la principale net company italiana, quotata alla Borsa di Milano” fino al 2013.

Ora qui non si vuole ipotizzare un complotto, però è anche vero che la comparsa conclusionale ( https://www.civitasdemocratica.it/documents/garanti_pd/AMADUCCI-Comparsa_conclusionale_180119.pdf ) prima della sentenza del Tribunale Civile di Firenze – che vedeva il sottoscritto avverso al Partito Democratico – è stata preparata in buona parte via email (amaducci@dada.it) col mio legale (dippolito_roberto@tiscali.it) nel mese gennaio 2019. Giusto in tempo, prima che qualcuno il 23.1.19 mi cambiasse la password.

Nella sopracitata sentenza ( https://www.civitasdemocratica.it/documents/garanti_pd/Sentenza_Amaducci-PD_270219.pdf ) il Giudice accenna ad “un esposto alla Commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico, che, però, non aveva dato alcun riscontro”. I Garanti del PD avranno avuto le loro buone ragioni per non rispondere, ma al termine del suddetto esposto ( https://www.civitasdemocratica.it/2015/06/05/ai-garanti-del-pd/ ) viene puntualizzato che “Qualora i Garanti contestassero che le succitate email, non essendo PEC (Posta Elettronica Certificata), siano prive di valore legale, va tenuto presente che il server di posta elettronica dal quale sono state inviate è DADA.IT, il cui Presidente del Consiglio di Amministrazione è proprio Alberto Bianchi, quest’ultimo anche Presidente della ‘Fondazione Open’. Come non va dimenticato che uno dei soci fondatori della suddetta internet company è Paolo Barberis, attuale consulente presso Palazzo Chigi per l’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). A riprova che tutte queste informazioni abbiano suscitato interesse lo dimostra il fatto che è stato l’account Twitter ‘@Renzi_Premier‘ a chiedere in data 26.3.14 (vedasi email al punto 28 del presente fascicolo) di diventare follower dell’account ‘@amaduccigio‘, quest’ultimo peraltro mai utilizzato”.

Laicamente parlando: damose da fa’ ( https://www.youtube.com/watch?v=TpTgdkhM158 ).

Cordialmente

Giovanni Amaducci

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