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Firenze, 5.6.14

Gent.mo Rettore Tesi,

Le scrivo per inoltrare alcune considerazioni visto che l’Università di Firenze sarà il ‘paese’ ospitante del convegno sulla ricerca dedicato a Luigi Amaducci il prossimo 10 giugno. O questi convegni si istituzionalizzano e vengono fatti a cadenza regolare, altrimenti viene il sospetto che siano strumentali ad altri interessi; per fortuna che qualcuno sembra si sia accorto in extremis che forse era il caso posticiparlo a dopo le elezioni amministrative-europee.

Il titolo peraltro è ‘Quale Modello di Ricerca per una Concreta Innovazione?’ ( vedasi allegato ‘programma_finale-13-web‘ ): varie possono essere le risposte ma in cima andrebbe messa la formazione, tema di cui si è già accennato al 1° convegno del 1998 (vedasi allegato ‘amaducci_261098‘); intervento che (presenti allora rappresentanti dell’AIMA, docenti universitari, ex ministri, ex deputati, etc. etc.), a differenza di tutti gli altri, non è stato pubblicato sul quaderno del Circolo Rosselli, forse perché giudicato allora non politically correct o forse ritenuto un po’ troppo infantile, viste la velata ‘captatio’ nei confronti dei due ex Ministri Berlinguer e Zecchino.

L’attuale Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nonché senatrice, Stefania Giannini ha detto che vuole ispirarsi al modello francese per l’accesso degli studenti a Medicina. Su ‘l’Unità’ del 22.5.14 il prof. Talamanca ha colto in pieno il problema scrivendo che “… negli Stati Uniti il docente di ‘Calculus’ (traducibile in Italia come ‘istituzioni di Matematica’) si trova di fronte studenti di Matematica, Fisica, Ingegneria, ed Economia, oltre ai ‘pre-medical students’ che aspirano ad entrare in una facoltà medica. Ognuno di questi studenti utilizzerà i ‘crediti’ dell’insegnamento di ‘Calculus’ per la sua laurea”: apriti cielo, ma che è proprio il senso dell’intervento del 1998.

Visto poi che il Ministro tiene molto all’insegnamento dell’inglese, come del resto si alludeva sempre nel suddetto intervento, l’importante è che alla fine della fiera gli studenti di Medicina abbiano chiaro che “… it is more important to know what sort of patient has a disease than to know what sort of disease a patient has” (vediamo se il Ministro senza utilizzare Google indovina l’autore, altrimenti bocciata pure lei).

Per facilitare tutto questo ci sarebbe bisogno quindi del “fascicolo sanitario elettronico, che permette di condividere – con il contributo di medici di Medicina generale e medici ospedalieri – le informazioni sui pazienti con chi opera nei presidi sanitari regionali facilitando la comunicazione tra i diversi soggetti e del patient summary, sintesi d’immediata consultazione redatta dal medico curante di ogni paziente… La conoscenza e la condivisione di queste informazioni possono incidere sulla riduzione degli errori clinici e la definizione di diagnosi e cura e garantiscono l’immediata disponibilità per il personale sanitario dei dati sui pazienti” ( http://www.dedalus.eu/news-archivio.cfm?tipo=01&id=140 ). La Regione Toscana su questo punto dovrebbe essere a buon punto visto che il sistema informatico del suo servizio sanitario, volente o nolente, è gestito dalla ‘Dedalus’ di Giorgio Moretti, quest’ultimo sponsor dell’ex sindaco di Firenze.

Ma quando nell’intervento del 1998 si diceva che bisognava “evitare che questo capitale scientifico di comune interesse non venga miseramente sperperato in mille rivoli”, non ci si riferiva soltanto al Progetto Finalizzato sull’Invecchiamento, ma anche al fatto che tutte queste informazioni non finissero esclusivamente nelle mani delle industrie farmaceutiche. E con i fascicoli elettronici ciò non diventa più un dedalo, semmai un gioco da ragazzi.

L’interveno della senatrice Di Giorgi, in scaletta al programma del 10 giugno prossimo, quasi sicuramente farà leva sull’istruzione: ma quante volte se ne è parlato e riparlato?

Risulta poi demotivante occuparsi in questo Paese di rifasamento elettrico o escogitare algoritmi per le reti elettriche intelligenti, se poi un ex Presidente della Commissione Europea, non si sa se in qualità di rappresentante di ‘Nomisma Energia’, dalle colonne de ‘Il Messaggero’ lancia l’idea di trivellare l’Adriatico per raddoppiare la “produzione di idrocarburi (petrolio e metano) a circa 22 milioni di tonnellate equivalenti petrolio entro il 2020”. Ma non è stata proprio la Commissione Europea a lanciare il 20-20-20 in ambito energetico al fine di contrastare l’effetto serra? Checché se ne dica, “politica energetica” in Germania la si fa eccome ( http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/20/energia-nucleare-patata-bollente-per-leuropa/992282 ): non è l’Italia semmai su questo tema a dover cambiare verso?

La puntata di ‘Report’ del 26.5.14 dal titolo ‘La grande ricchezza’ ( http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-b1b5f14e-048a-4678-acf5-b4cb8c2e6de1.html ) ha rappresentato esattamente ciò che ci si auspicava oltre 15 anni fa: cioè quella di costruire un’istruzione superiore europea degna di tale nome “per indirizzare i giovani verso un programma di studi più mirato e specifico, destinato ad una formazione professionale più competitiva per far fronte a questo incremento del volume di disoccupazione non solo nazionale, ma anche europeo”: l’aver messo on line tutti i corsi di studio era il presupposto per una ‘Digital Agenda for Europe’ (DAE), tema toccato lo scorso 9.5.14 all’RFK Center (forse anche per sponsorizzare Cisco, ma è un altro discorso).

Prima si doveva dare la precedenza ad un’Europa didattico-culturale, poi fiscale, ed eventualmente monetaria: si è pressoché fatto l’incontrario e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, malgrado si bofonchiasse che (“… si sta facendo tardi, tra poche ore sarà di nuovo sera e troppi giovani e molti anziani non sanno ancora dove trovare riparo, lavoro ed assistenza”).

L’ex Sindaco di Firenze ha chiuso la campagna per le europee il 23.5.14 in piazza Signoria dando un messaggio di speranza, battendo proprio sui temi della formazione e Fondi Sociali Europei: strano che due anni fa sia stato necessario ricordaglielo; evidentemente non si era nemmeno reso conto del modo sgangherato in cui versava il centro per l’impiego di via Cavour della Provincia di Firenze, situato proprio davanti alla Regione Toscana (vedasi allegato ‘rossi_080312‘).

Chissà se i Garanti del PD (che formalmente leggono in copia) stanno riflettendo sul perché la candidatura di un cittadino democratico non è stata meritevole di considerazione (in calce).

Ma quest’ultimo aspetto è puramente politico, e non riguarda certo l’Università di Firenze.

Cordialmente

Giovanni Amaducci

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