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Firenze, 7.6.13

Sarebbe stata una giornata totalmente pro-juventute lo scorso 11.4.13 se Capitan Max non si fosse fermato in Palazzo Vecchio facendo aspettare per oltre 45 minuti gli studenti dell’Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM).

C’è chi crede ai Maya e chi a D’Alema” disse l’ex vicesindaco di Firenze lo scorso novembre al termine della presentazione del libro “Gino Bartali, mio papà”, nel leggere dal suo cellulare una battuta del suo Superiore subito dopo il dibattito televisivo dei ‘Fantastici 5’ alle fantastiche ‘primarie’. Avranno parlato dei Maya i due ex acerrimi nemici? O forse invece Capitan Max, da tifoso romanista qual è, avrà chiesto al Sindaco di avere indietro Montella dalla Fiorentina? E quest’ultimo che avrà risposto? Probabilmente in maniera affermativa; ma in cambio di ‘qualcuno’ o di ‘qualcosa’? O forse, come sempre accade tra vecchi amici al Bar Sport, avranno discusso di tattiche: del 4-3-3 o dello 0-5-5 visto che il Sindaco giocava in casa? I nostri nipoti lo scopriranno sui libri di storia; nel frattempo accontentiamoci di leggere gli oroscopi.

E a furia di leggerli i cittadini probabilmente si domanderanno: ma noi a chi dobbiamo credere, ancora ai Maya? Anche perché, tanto per fare un esempio, è proprio l’ex Vicesindaco di Firenze e neo deputato, nonché ambasciatore del suddetto incontro in Palazzo Vecchio, che deve far comprendere all’opinione pubblica il perché di questa sua corsa a Roma in Transatlantico dato che si era speso così tanto in prima persona per i mondiali di ciclismo; per poi lasciarli in eredità a colei che con le due ruote c’entra come i cavoli a merenda (ma che forse pedalando piano piano con le rotelline in qualche modo se la caverà).

Malgrado tutto, l’ultima domanda di uno degli studenti del SUM rivolta a Capitan Max riguardava il problema dell’integrazione culturale europea. E fa piacere che quest’ultimo durante la sua lectio magistralis abbia fatto riferimento anche al problema dell’invecchiamento della popolazione del Vecchio Continente: a suo tempo un ‘giovane’ Maya questi temi li sottoponeva proprio al nostro condottiero salentino, per capire di che pasta fosse fatto il Capitano, quando al timone del Transatlantico c’era proprio lui (allegato ‘dalema_191298‘); per carità senza nessuna pretesa di risposta perché il mantra era, e forse lo è ancora: “A’ regazzì, adesso facce lavorà”.

PRODIere, controlla le vele che bisogna strambare. Adesso!”: questo avrebbe dovuto dire Capitan Max al suo giovanissimo ministro delle Politiche Comunitarie, oggi Premier, visto che nel suddetto allegato si allude anche ad un progetto di internazionalizzazione dei corsi di studi e qualifiche in ambito di istruzione superiore europea (l’ex Ministro Berlinguer a suo tempo ne era stato ampiamente informato). Ciò è confortato da quanto affermato da Marco Ricceri (Segretario Generale Eurispes), che in un convegno tenutosi il 20.5.13 a Firenze ha detto che a livello comunitario sono meno di una decina le qualifiche riconosciute. Emblematico infatti l’esempio fatto da quest’ultimo del ferroviere italiano che alla guida di un Eurostar deve scendere al confine per lasciar posto al suo collega straniero perché non in possesso di una laurea in ingegneria.

Visti gli attuali tassi occupazionali giovanili europei, ora sembra di assistere alla ‘La Recherche’, cioè esser costretti a correre più forte di una Ferrari di Formula 1 per recuperare il tempo perduto: da Proust a Prost.

Magari chi alla European University Institute organizza ‘The State of the Nation’ in Palazzo Vecchio, ora avrà qualche elemento in più per tentar di capire cosa all’atto pratico abbia realizzato Capitan Max in favore dell’integrazione europea quando ci governava. Anche perché se si pensa al modo in cui si è arenato il suo esecutivo cascano le braccia. Tanto che quel giorno, il 26.4.2000, davanti Palazzo Chigi, un inflessibile Gian Antonio Stella del ‘Corriere della Sera’ si fletteva in avanti con mani congiunte a ripetere: “Ma che senso ha?”.

Si accennava che sarebbe stata una giornata totalmente a favore dei giovani del SUM, se nel loro resoconto dell’evento i giornalisti della cronaca locale dei due maggiori quotidiani italiani, seduti in prima file uno accanto all’altro quasi a braccetto come due sposini, avessero dedicato almeno un rigo, dicasi un rigo, alle domande finali poste dagli studenti del SUM. Questo a conferma di come il sistema mediatico del Belpaese, invece che occuparsi dei giovani, tendenzialmente prediliga il superfluo nell’ingigantire i piagnistei del ‘Piccolo Principe’ (se prevarrà quello di Saint Exupéry o quello di Machiavelli lo si scoprirà solo vivendo) perché rimasto escluso dai Grandi Elettori per l’elezione del Presidente della Repubblica. E se all’attuale inquilino di Palazzo Vecchio un giorno verrà tolto un dente del giudizio (ammesso che li abbia) cosa facciamo, giornata di lutto nazionale con paginate dedicate all’emergenza odontoiatrica?

Un altro elemento abbastanza significativo è che mentre al Salone del Libro di Torino veniva presentato il libro “Giovani e crescita, da dove ripartire?” (Ed. Quaderni del Circolo Rosselli), quasi contemporaneamente e sempre nello stesso luogo, sotto ogni fior di riflettore, veniva dato alla luce “Oltre la rottamazione” (Ed. Mondadori). Più volte il Presidente della Repubblica ha ricordato come quello del lavoro sia il “problema numero uno”: ma qual è il grado di attenzione concesso al primo libro rispetto al secondo se non con un rapporto di 1 a 100?

Se ne parlerà a Firenze nel corso della rassegna ‘La Repubblica delle idee’, su qual è, o dovrebbe essere, il ruolo sociale del giornalista? Per come siam ridotti, probabilmente qualcosina non deve aver funzionato a dovere.

E quale altro episodio della stessa collana ci attende? Forse “Oltrepò”? (manuale su come fare incetta di voti nei feudi leghisti). Oppure “Oltretutto”? (istruzioni su come diventar Premier a dispetto dei lacci e lacciuoli) Forse “Oltretomba”? (come far carriera nell’aldilà) Ed infine il tanto atteso “Oltrarno”? (fiction sullo “sparuto gruppo di residenti”)

Il sindaco di Firenze può servire in tavola tutta la pasta al dente che vuole, ma c’è un proverbio “Scusa non richiesta, colpa manifesta” che la dice lunga. I nostri cugini d’Oltralpe (si finisce sempre ‘oltre’) saranno anche un po’ sciovinisti, ma quando un quotidiano come ‘Le Monde’ titola “Colpito Prodi per affossare Bersani”, bisogna riconoscere loro che di ‘Cagoulards’ qualcosina se ne intendono. Macbeth insegna: chi tenta di smacchiarsi in maniera così repentina prima o poi dovrà salomonicamente dividersi le responsabilità. Peraltro uno degli interventi a Prato di ‘occupaipiddì’, se a qualcuno interessa, era assai allusivo su chi crede di avere solo praterie davanti a sé.

Va riconosciuto però a Capitan Max, durante la sua visita fiorentina, di aver affrontato il problema del finanziamento pubblico dei partiti che guarda caso esiste anche in Germania. Poi però ci sono quelli che si sgolano per abolirlo totalmente e che appena insediatisi in parlamento provano a fare un disegno di legge per smarcarsi un po’ strumentalmente dal proprio segretario (oramai ex) di partito, in totale contrasto con la seguente affermazione: “L’avevo detto che non avrei fatto il capo corrente” (M.Renzi, ‘la Repubblica-Firenze’, 2.1.13). Infatti non si capisce se l’attuale Premier su questo preciso tema si stia muovendo perché pressato o per convinzione.

Sempre in merito al finanziamento ai partiti fa riflettere la frase citata da Adriano Prosperi il 10.4.13 in Palazzo Vecchio durante la presentazione del libro su Machiavelli di Lucio Villari: “I tedeschi sono ricchi perché vivono come poveri”: se già nel Cinquecento a qualcuno erano già chiare queste cose, allora forse non saranno gli italiani che i soldi li spendono male, indipendentemente che siano pubblici, privati, o piovuti dal cielo?

Secondo un giovane ricercatore dell’ European University Institute, Konrad M. Lawson, i giapponesi nel 1914 traducevano così Machiavellianism: “権謀術数論, literaly the strategy or ploy of calculating one’s actions according to changing circumstances”: chissà se al giovane studioso, e non solo, verrà in mente perché il Sindaco fiorentino abbia sentito il bisogno di scrivere in fretta e furia un altro libro. Siamo tutti giapponesi? Forse questo “cannibalismo generazionale” (M.Breda) ha perso slancio e bisogna aggiustare il tiro?

Ma evidentemente ‘oltre’ che Machiavelli qualcuno si sta ispirando anche al “particulare” di Guicciardini: perché un conto è rinnovare in maniera schietta e cadenzata collaborando in squadra con il proprio segretario di partito, altro è, metaforicamente parlando, fare il piccolo sabotatore e continuare a seminare petardi e bombette puzzolenti qua e là, per poi, con lo sguardo da finto tonto, andarsene fischiettando ai talk show a farsi campagna elettorale: ma fare il Sindaco non era “il mestiere più bello del mondo”?

Annunciare poi a mezzo stampa di voler fare un “Job Act”, mentre il suo (ex) segretario stava affogando nel tentativo di formare un governo, non si sa quanto questo possa essere considerato come elemento di lealtà. E comunque basterebbe piazzare un’ItaliaCamp nei pressi di ogni ateneo (o eventualmente rileggersi attentamente qualche email del 13.3.12 che il Sindaco ha ricevuto). Ma prima semmai ci sarebbe bisogno di un “Job Skill” (l’ultimo ‘WorldSkills’ tra l’altro è stato vino da un’altoatesina in ambito della bioedilizia): il talento difficilmente riesce ad esprimersi senza un’adeguata professionalità.

In una delle sue ultime Enews il Sindaco fiorentino aveva ripreso il motto usato dalla squadra del Barcellona “Som un equip!”: ma non diceva che era allergico alle “terapie di gruppo”?

Uno dei momenti dove si è un po’ tradito è stato quando, ospite alla trasmissione “Che tempo che fa”, ha malcelato tutta la sua preoccupazione che il suo (ex) segretario riuscisse a formare un governo con il M5S, più o meno accusando questi ultimi di “scilipotismo”: lì è venuta un po’ fuori l’indole di colui che più che far gioco di squadra stava facendo corsa a sé; senza peraltro fare mistero di voler tornare subito alle elezioni. Come se queste non avessero un costo sociale: paga la famiglia Renzi? Sarebbe stato uno scontrino assai salato.

E allora a proposito di spese, invece che occuparsi solo del finanziamento dei partiti, che certamente va rigorosamente rendicontato, perché non fare una legge che stabilisce l’interdizione dai pubblici uffici se chi dopo aver ricoperto cariche pubbliche, sulla base di un pronunciamento della Corte dei Conti, ha avuto dei bilanci in rosso. Con conseguente restituzione del maltolto alla comunità, prima che il soggetto in questione possa proseguire la sua carriera politica.

Ad esempio, il bilancio della Provincia di Firenze 2004-2009 è positivo o negativo? Se negativo in questo caso pagherebbe la famiglia Renzi? Il Sindaco di Firenze ha eventualmente ancora lo scontrino delle spese sostenute da esibire?

Addio Florence Multimedia, la ‘creatura’ comunicativa creata da Renzi ai tempi della Provincia finisce all’asta… in quanto non strategica” (‘la Repubblica-Firenze’, 23.1.13): chi paga, sempre la famiglia Renzi, o la comunità? Ha conservato lo scontrino il Sindaco?

Il Comune e la Provincia di Firenze da quasi 9 anni pagano i contributi per la pensione del dirigente di azienda Matteo Renzi. Il problema è che l’azienda che ha assunto il giovane Renzi come dirigente 8 mesi prima di collocarlo in aspettativa (scaricando l’onere previdenziale sulla collettività) è della famiglia Renzi” (Marco Lillo, ‘Il Fatto Quotidiano’, marzo 2013).

L’azienda in questione è la Chil Srl poi in parte confluita nella Eventi6 Srl. Nulla di penalmente rilevante in base al Testo Unico degli enti locali, ma solo per una questione di immagine, il Sindaco è disposto almeno a ritrovare gli scontrini ed eventualmente ‘dedurli’ dalle tasse di tutti i contribuenti? E le due succitate aziende vanno bene o vanno male?

Dice la consigliera: “Piano Strutturale troppo vago… E intanto per i volumi pubblici non c’è neanche uno straccio di proposta… conoscere le proposte dei cittadini” (O. De Zordo, ‘la Repubblica-Firenze’, 7.2.13)

Risponde l’Assessore: “Noi abbiamo costruito un piano a ‘volumi zero’… Vogliamo una città più bella e sostenibile ” (E.Meucci, ‘la Repubblica-Firenze, 9.2.13). A proposito, ci sarebbe un bellissimo volume nel centro di Firenze, il cui destino i cittadini del quartiere di S.Lorenzo tentano di conoscerlo da tempo: qualcuno per caso ha imboscato lo scontrino del S.Orsola?

Il Sindaco di Firenze quando diceva che “stiamo perdendo tempo” non si rende ancora conto che di questo stallo, volente o nolente, ne è forse uno dei principali corresponsabili? Un esempio concreto: prendiamo la Bindi (Federiga, non Rosy), messa per “chiara fama” alla direzione dell’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles dall’ex Ministro degli Esteri (PDL), poi a sua volta messasi a fare volantinaggio per il Sindaco alle ‘primarie’ davanti al suddetto istituto, poi ‘salita’ in politica presentandosi in lista alla Camera, non eletta, col Professore (per chiara fame?): ma se invece di disperdere energie si fosse turata il naso e avesse votato per il partito del Sindaco?

E Lapo Elkann? Alle ‘primarie’ si sa che quest’ultimo ha votato per il Sindaco ( http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/02/15/regole-del-mio-stile-lapo-elkan-presenta-suo-libro-in-stile-supercafonal/221170/ ), ma nell’urna elettorale pare abbia votato per gli “arroganti” (copyright M.Renzi) dell’M5S.

E la Contessa Folonari? Alle ‘primarie’, da ex Assessore alla Provincia non poteva che votare a favore del suo ex Presidente, avendo pure sborsato qualche migliaia di euro alla Fondazione Big Bang. Ma alle politiche? Quasi sicuramente avrà messo la crocetta sul simbolo di Scelta Civica.

Poi c’è da qualche neo deputato, pro Sindaco di Firenze durante le ‘primarie’, ma eletto con Scelta Civica, e che prima dell’elezione del Presidente della Repubblica viene ospitato sulla prima pagina de ‘la Repubblica’ lamentandosi perché in Transatlantico si sentiva addirittura “inutile”. E nessun Merlo di turno che gli rinfacci: “Ma bravo merlo, e non potevi turarti il naso pure tu?”.

E il giuslavorista Ichino? Idem con patatine. Ma che strambata, come si mormora, quella del Sindaco su Boeri! Ma chissà se la clemenza di Tito sarà illimitata e quest’ultimo, sentendo odor di abbraccio posticcio, non decida di mandarlo a farsi un co.co.co; clemenza o no, questo ‘licenziamento’ di Ichino conferma che sui temi del lavoro il Sindaco ha poca ‘cognizione del dolore’: si consiglia pertanto gita sul lago di Gadda.

Morale della favola: senza dispersione di tutti questi voti da parte degli ‘aficionados’ del Sindaco un vero governo politico, non di larghe intese, forse oggi ci sarebbe. Se poi una volta in carica fosse durato solo 24 ore, è tutto un altro discorso. Ma evidentemente questo ‘inconsapevole’ doppiogiochismo ha prevalso. Chi ha detto poco prima del voto al suo segretario “Non farai la fine di Prodi”, un grillino o un grullino? (Visto poi la fine che han fatto tutti e due…) Ottimo poi il pronostico del Sindaco, ospite a ‘Ottoemezzo’ della bisnipote di Rosa Tiefenthaler, il giovedì prima delle elezioni politiche: “Prevedo sorprese”. Ha fatto tombola, non c’è che dire. “Ma non penso ce ne sia bisogno”: così rispose fiducioso il Sindaco ospite al TG3 dopo che la direttrice Berlinguer il giorno di chiusura dei sondaggi gli chiese se non si poteva imprimere un cambio di marcia (quest’ultima non potrebbe astenersi dal fare il tifo trattandosi di servizio pubblico?).

Il Sindaco di Firenze alla prima uscita dopo le ‘primarie’ ospite alle ‘Invasioni Barbariche’, di fronte agli occhi della conduttrice che imploravano sincerità, in merito alla salita in campo del Professor Monti, ha detto di esserne rimasto “molto deluso”. Se è vero, come riportato da ‘la Repubblica-Firenze’, che la Pavesina utilizzata da Gasparotti, l’ex di ‘Officine Democratiche’ gettatosi in corsa dal camper del Sindaco e salito sul carro del Professore, è di proprietà della Eventi6 Srl, che cosa dobbiamo pensare? Forse il Sindaco è rimasto deluso anche dalle sue sorelle che sono proprietarie della succitata azienda?

A tal proposito, si potrebbe ipotizzare un dialogo immaginario tra Gasparotti ed il Sindaco: “Gasparotti: O Matteo, ‘ndo tu l’hai messo i’ camper? Sindaco: E mi serve Dio Bono; venvia va’ dalle mi’ sorelle che c’hanno roba bona”. Vero o falso che il gruppo editoriale de ‘La Nazione’ ha ‘rimproverato’ alle sorelline Renzi, che avevano in gestione la distribuzione dei quotidiani con gli strilloni, il fatto che siano stati trovati durante le ‘primarie’, senza permesso, volantini inneggianti al Sindaco dentro ogni copia del giornale?

(Non che altri quotidiani ‘repubblicani’ si siano astenuti dal fare lo stesso qualche lustro fa all’interno del settimanale del venerdì a favore del solito partitone ‘riformista’; se a pagamento o no, non si sa)

E allora c’è da sperare che il Sindaco si stia sforzando con i garanti del suo partito per far sì che le prossime ‘primarie’ siano all’insegna del “tutti uguali ai blocchi di partenza, ma vinca il migliore”, e cioè tutti con gli stessi orari e budget, ma senza ‘aiutini’. Altrimenti le new entry perderebbero in partenza, no?

E poi che vuole dire ‘primarie aperte’? Forse significa chiedere a Margherita Hack di far partecipare anche gli abitanti di Giove, Uranio e Saturno? Visto che il Sindaco in una recente intervista rilasciata a ‘l’Espresso’ si è lamentato che la scienziata fiorentina non ha potuto partecipare al secondo turno delle ‘primarie’, perché non l’ha proposta lui come Grande Elettrice? Forse nessuno avrebbe opposto resistenza: conviene piangersi addosso? Siamo al “Chiagne e fotte” come ammoniva il vecchio Montanelli? Evidentemente c’è chi ha fatto scuola.

E soprattutto conviene raccontare la favola che “ho preso il 40% ma non chiedo nulla”? Repetita juvant: una parte di questo 40% virtuale è rappresentato da elettori del centrodestra delusi dal Cav. che dopo l’esito delle ‘primarie’ non sono andati a votare o sono tornati all’ovile; un’altra parte se n’è andata con Grillo o il Professore. Facendo un po’ di tara dal 40% si scende al 25%: più o meno “uno su quattro”.

Conviene poi millantare che non si è chiesto nulla, quando in realtà le varie pedine (Nardella, Di Giorgi, Bonafé e via dicendo in Commissione Ambiente e Cultura) sono state ben piazzate sulla scacchiera? A questo punto non era meglio attenersi alla luce del sole alla ferrea regola del manuale Cencelli, invece che dichiarare “Non avrei fatto il capo corrente”?

La neo senatrice Di Giorgi in un’intervista a ‘la Repubblica-Firenze’ oltre che dichiarare che sarebbe stata una senatrice “instancabile” (finito di scaldare i muscoli?), ha lasciato intendere con tono materno che se le ‘primarie’ le avesse vinte il suo Matteo, le elezioni politiche avrebbero avuto un altro esito. E se Roberto Baggio non avesse sbagliato il rigore contro il Brasile? E se Eva non avesse mangiato la mela? E se il segretario del suo partito a fine 2011, con lo spread alle stelle, avesse deciso di andare dritto alle urne? Probabilmente in quest’ultimo caso la gente oggi direbbe: “Renzi, chi?”; e probabilmente i 20 miliardi di euro di procedura di infrazione da parte della UE non sarebbero stati sbloccati. E se il segretario del suo partito non si fosse battuto per modificare lo statuto ed allargare le ‘primarie’? Che poi in realtà, lo si è intuito subito (tranne i maggiori quotidiani), erano solo delle consultazioni che fungevano da spot pubblicitario, perché di proposte realizzabili, come vedremo poi, se ne è parlato pochino.

Ma supponiamo che, a coronamento del sogno della neo senatrice fiorentina, le ‘primarie’ le avesse vinte il Sindaco di Firenze: il Narciso, come aveva annunciato, non sarebbe andato a votare, gli abbronzatissimi di Capalbio sarebbero fuggiti per mare a bordo delle loro imbarcazioni, il Cav. per sua stessa ammissione non sarebbe sceso in campo in prima persona e probabilmente neanche il Professore sarebbe salito in politica. Si sarebbe “dato via libera alle èlite” come paventato da Roberto De Sio mentre parlava con degli studenti lo scorso marzo al termine dell’incontro con il prof. D’Alimonte?

Al di là del colloquio di Arcore dove forse il Sindaco avrà detto “O che tu mi presti i’ Gori, noi ti si dà Montolivo”, incontro che però neanche l’ex compagno di avventura Pippo ha mai capito, quello che è difficilmente negabile è che la vittoria dello smacchiatore del Giaguaro alle ‘primarie’, indipendentemente dai suoi successivi errori in campagna elettorale, sembra abbia fatto partire il tam tam “No ad un ex PCI al governo”.

Tornando alle proposte realizzabili, Alessandro de Nicola infatti nel suo intervento ex post ‘primarie’ su ‘la Repubblica’ del 16.4.13 pone il problema di che fine hanno fatto ‘I 100 Punti’ della Leopolda. E’ che quest’ultimo si è dimenticato (non è un rimprovero non vivendo a Firenze) che nel capoluogo toscano anni fa erano stati propagandati pure ‘I 100 Luoghi’: a che punto siamo, o bisogna rassegnarsi a considerarli come il titolo un’opera teatrale del ‘Mangio’ Musicale fiorentino, sull’onda de ‘I 100+1 Franchi Tiratori’? Tanto più che i luoghi sulla carta sembrano diventare anche loro 101, visto che proprio accanto alla Leopolda e al mai finito Nuovo Teatro dell’Opera verrà fatta la più grande piazza fiorentina dal costo di svariati milioni di euro, che la consigliera comunale De Zordo ha definito come “sindrome dell’iperbolico” (‘la Repubblica-Firenze’, 28.3.13).

Seguendo il filone delle iperboli sempre De Nicola nel suo intervento si domanda come sia possibile, obbiettivo propagandato alla Leopolda, di portare in tre anni il rapporto debito/PIL al 100% : ma non lo sa costui che esiste anche la ‘Dream Economy’? E non sa che Plutone ha smesso di essere all’opposizione e che oramai siamo condizionati da Saturno, la cui moglie Opi, dea della fertilità, ci porterà presto 5 milioni di posti di lavoro? Non si può chiedere conferma di tutto ciò alla Hack?

Seguendo invece il filone teatrale, il nome del Commissario della Fondazione del ‘Mangio’ Musicale Fiorentino “è quello di Francesco Bianchi. Commercialista di grande esperienza, noto nel mondo bancario internazionale, un passato tra Jp Morgan e Citibank… E fratello minore di Alberto Bianchi, noto avvocato fiorentino e presidente della Fondazione Big Bang, nata per sostenere l’attività del rottamatore prima delle primarie” (‘Corriere Fiorentino’, 25.1.13): nulla da obbiettare sulle capacità contabili del nuovo commissario, ma visti i suoi trascorsi bancari (e che banche!), ciò non potrebbe prestarsi a facili strumentalizzazioni sul fatto che il Sindaco a sua volta sarebbe molto vicino al mondo della finanza speculativa? Non si poteva scegliere un professionista un po’ più defilato?

Anche perché seguendo il filone della finanza speculativa pare che il Sindaco fiorentino sia un po’ distratto come vedremo poi. Intanto però c’è da chiudere un cerchio magico. Infatti come d’incanto si legge: “Sono proprio contento che la mia prima visita ufficiale sia stata al Maggio musicale” (M.Bray, ‘la Repubblica-Firenze’, 4.5.13′). Ma guarda che coincidenza! Perfettamente in linea con quanto si paventava prima delle elezioni sui motivi che spingevano l’ex Vicesindaco di Firenze a candidarsi; tanto che su “una legge speciale per i due unici teatri che fanno festival d’opera in tutta Italia, il Maggio e l’Arena di Verona” (‘la Repubblica-Firenze’, 4.5.13), il neo deputato senza perdere tempo alcuno ha affermato: “Ci stiamo lavorando da un mese” (D.Nardella, ‘la Repubblica-Firenze’, 4.5.13). Se poi si considera che l’obbiettivo è quello di “non sfondare per i dipendenti fissi il budget di 15 milioni” (‘la Repubblica-Firenze’, 4.5.13), che è l’esatto costo della più grande piazza fiorentina da costruire accanto al Nuovo Teatro dell’Opera, abbiamo fatto bingo.

Ora finalmente a Prato, dopo decenni che stanno a domandarsi se bisogna fare di Prato campi o di Campi prato, quando chiederanno lumi sul neo Ministro della Cultura, dalemiano, probabilmente diranno: “O che l’è brao?”, “Peggio, l’è Bray!”.

E’ comunque invidiabile la posizione del Sindaco, perché se da un lato si sta tentando di trovare un accordo bipartisan al finanziamento del teatro, dall’altra se ne va in giro per l’Italia con il suo nuovo libro a spiegare che cosa è l’Oltre: “Centrodestra e centrosinistra sono in lotta perenne sui giornali ma poi votano insieme. Mentre io credo nel bipolarismo, in quello vero basato sul rispetto delle diversità” (M.Renzi, ‘la Repubblica-Firenze’, 31.5.13′).

In Oltretevere intanto però c’è andato pure lui quando si è trattato di accompagnare l’orchestra da Benedetto XVI, poco prima delle sue dimissioni da pontefice, per l’anniversario dei Patti Lateranensi: chi paga, l’ex sovrintendente Colombo, pure lei a corredo durante la trasferta in Vaticano, oppure i Cavalieri di Colombo? Non si poteva certo chiedere a quest’ultima di risanare lo stato patrimoniale dell’Ente lirico fiorentino, ma pretendere un conto economico in pareggio quello sì. Anche se va riconosciuto che da decenni al Comunale fiorentino si è sempre ragionato con la filosofia del “prima si assume, poi si vedrà”. Con il risultato che gli strumenti a corda sembrano in mano ad un sindacato, quelli a fiato ad un altro, e quelli a percussione ad un altro sindacato ancora. Che senso ha nel XXI secolo avere un sindacato che fa riferimento al PCI, uno alla DC e l’altro al PSI? Il giorno in cui ci sarà un unico sindacato nazionale dei metalmeccanici, un unico sindacato nazionale dei musicisti e così via, avremo fatto dei passi in avanti proprio a favore dei lavoratori.

Riprendendo il filone della finanza speculativa, si legge infatti su ‘Il Sole24 Ore’ del 17.2.13 a firma di Giuseppe Oddo: “La domanda è perché una società cooperativa come Unicoop Firenze che gestisce supermercati e si occupa delle vendite di generi alimentari e di consumo impiega il risparmio dei soci, tra cui quelli di pensionati, in attività di questa natura”.

Ha ragione il Sindaco fiorentino a definire “operazione molto discutibile” (‘la Repubblica-Firenze’, 3.4.13) il ruolo di Unicoop all’interno de Monte dei ‘Pianti’ (2,72%), o a definire quella del Palio “la città simbolo della mala commistione tra politica e finanza” (M.Renzi, ‘la Repubblica’, 25.11.12); ma perché non ha MAI, dicasi MAI, mosso critiche al ruolo di JP Morgan Chase che detiene il 2,52% dell’azionariato MPS?

Come ricorda l’ex senatore Lannutti, presidente Adusbef, sul suo libro ‘La Repubblica delle Banche’ (Arianna Editrice, 2008), prefazione di Beppe Grillo, “Secondo l’ente statale di controllo sul denaro circolante negli USA, il ‘Controller of the Currency’, a fine giugno 2006, la J.P. Morgan vantava, da sola, un valore nominale di derivati OTC (over the counter, ndr) pari a 57.300 miliardi dollari (pari a 5 volte il PIL americano) e la Citigroup vantava 25.327 miliardi di dollari in derivati OTC”: ma dov’era il Sindaco alla presentazione a Firenze del suddetto libro cinque anni fa al Circolo ARCI Due Strade? E soprattuto dov’era la stampa locale che ha quasi ignorato l’evento? Va però dato atto che qualcuno della stampa nazionale a suo tempo fece mea culpa: “Chi più chi meno, forse avremmo potuto e dovuto fare tutti qualcosa di più, in qualità di comunicatori professionali. Avremmo dovuto attaccare e criticare ancora di più. Alzare la voce. Mettere sotto accusa qualche ‘banchiere eccellente’, invece di innalzarlo sul piedistallo della retorica e dell’agiografia. Anche noi abbiamo le nostre colpe da assumerci… Basta prendere – per esempio – il libro pubblicato nei mesi scorsi da Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef e senatore dell’Italia dei Valori, intitolato ‘la Repubblica delle banche’. Un saggio documentato e incisivo, quasi profetico, sui fatti e misfatti del sistema bancari; una denuncia accorata contro gli inganni e i raggiri ai danni del popolo dei correntisti” (G.Valentini, ‘la Repubblica’, 11.10.08).

Autocritica che non deve essere stata ascoltata nemmeno dall’editore di chi lanciava l’allarme, anzi: “Pochi giorni prima della scalata ad Antonveneta, nell’autunno del 2007, Mps aveva fatto un notevole favore a De Benedetti, comprando per 33 milioni l’1.2 per cento della società elettrica Sorgenia” (Giorgio Meletti, ‘Il Fatto Quotidiano’, 1.2.13).

Se ne parlerà durante ‘La Repubblica delle idee’ a Firenze di questa corrispondenza di amorosi sensi visto che in Italia esiste anche ‘Il Corriere delle Banche’? (patto RCS: Mediobanca Spa 13,699%, Intesa Sanpaolo Spa 4,927). E’ un’idea.

Anno caldo infatti il 2007, di grandi movimenti. Anche in RCS qualcuno se ne lamenta: “Il tutto al netto delle zone d’ombra dell’operazione di acquisizione del gruppo editoriale spagnolo Recoletos nel 2007, valutato una cifra iperbolica rispetto al fatturato dell’anno precedente, con protagonisti di parte spagnola che compaiono in una recente inchiesta che riguarda una primaria banca italiana. E con la presenza di advisor, aggiunti in corsa a quelli già in casa, in odore di conflitto di interessi” (Il cdr della Gazzetta dello Sport, 12.2.13). E a quale misteriosa “primaria banca italiana” faranno riferimento quelli del quotidiano in rosa? Sembra quasi che ci sia stato lo scambio: un Recoletos a te, ed un Alonso a me.

Chissà come esulteranno quei dipendenti del Monte dei ‘Pianti’, in procinto di essere messi in mobilità, ogni volta che guarderanno alla TV sfrecciare la ‘rossa’ con lo sponsor ‘Banco Santander’ messo bello in evidenza. Anche se a sfrecciare la monoposto di Formula 1 ultimamente ha fatto un po’ fatica; probabilmente perché la famosa ‘stecca’ da un miliardo di euro, denominato ‘F.R.E.S.H.’ della J.P. Morgan, è nascosta dentro l’abitacolo appesantendola: e se fosse proprio a causa di questa ‘zavorra’ che la Ferrari non riesce quasi mai a fare la pole position?

Beviamoci su. Che cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano? No, perché c’è sempre qualche Salentino che sulla vicenda MPS, guardando il video del pensionato Aurigi ( http://www.youtube.com/watch?v=t22AfSWZgYg ), non sembra immune da responsabilità.

Arriveranno i russi, come paventa quest’ultimo? Vediamo allora se il pensionando e quasi ottantenne, senatore democratico Levin riuscirà a fare qualcosa (allegato ‘levin_010413‘). Però come sono arzilli questi vecchietti. Se Celentano nelle sue canzoni oltre alla ‘svalutation’ avesse inventato anche la ‘rottamation’ si potrebbe chiedere al Sindaco di Firenze: “There is no rottamation for Senator Levin, Mr. Renzi?”. A testimonianza che si può legiferare anche da nonni.

Il punto purtroppo è che i buoi da Siena sono già scappati. “Moglie e buoi dei paesi tuoi” dice il proverbio. Quindi in teoria non dovrebbero essere scappati all’estero, anche se è proprio il Sindaco di Firenze a far venire il sospetto del contrario quando nella sua Enews del 18.3.13 dice: “Se anche sciolgono lo Ior, insomma, noi ce ne facciamo una ragione…”: perbacco, a che cosa dobbiamo questo francescanesimo tardo rinascimentale? Subodorato qualcosa? E se noi domani… dopo il crack dell’Ambrosiano scoprissimo che… Losanna nell’alto dei cieli? Potrebbe essere il titolo di un nuovo successo editoriale del Sindaco, e cioè ‘Oltretevere’, scritto a quattro mani con Dan Brown.

E che cosa vuoi di più dalla vita, ancora un Lucano? Ma no, prima c’è il Sabaudo: “Chiamparino è presidente della Compagnia di San Paolo, con uno stipendio di 70 mila euro netti l’anno, una paga sabauda” (‘Il Fatto Quotidiano’, 16.5.13). Costui il partitone ‘democratico’ lo vorrebbe “Lib & Lab”: salteranno di gioia nei vari Circoli Rosselli d’Italia con un “Habemus Papam, finalmente un liberal-socialista!”. Purtroppo però non si ricorda che né Carlo né Nello Rosselli abbiamo MAI detto: “Abbiamo una Banca”.

A differenza di altri: “L’allora presidente di Unipol Giovanni Consorte, forte del sostegno di Massimo d’Alema e Piero Fassino, aveva chiesto ai compagni-cugini senesi di associare il Monte all’Opa su Bnl, ma da Campaini e dal segretario dei Ds di Siena Franco Ceccuzzi, vicino a Walter Veltroni, venne un netto rifiuto. Contrario all’operazione fu anche Giuseppe Mussari, che ai tempi era il numero uno della Fondazione Mps e aveva dalla sua parte anche Giuliano Amato e Franco Bassanini” (Giuseppe Oddo, ‘Il Sole24Ore’, 17.2.13).

Passi per Obama, ma qualcuno ha intenzione di rifondare il partito ispirandosi a Bliar? (non è un refuso). Uno spunto di riflessione lo può dare il fatto che “Tony Blair, per esempio, ha appena firmato un contratto da superconsulente per la banca d’affari americana J.P. Morgan che gli frutterà un milione di euro all’anno. In questo modo Blair non avrà il minimo problema a estinguere il pesante mutuo (24000 euro al mese) della casa da 5 milioni di euro comprata a Londra nel quartiere di Bayswater” (Elio Lannutti, ‘La Repubblica delle Banche’).

E allora aveva ragione Ezra Pound quando diceva che “I politici, camerieri dei banchieri”? Se ne parlerà a ‘La Repubblica delle idee’? E’ un’idea.

Dopo tutti questi anni l’autocritica sembra finalmente essere diventata contagiosa anche tra i politicanti; infatti c’è da stropicciarsi gli occhi nel leggere sul giornale che la riunione del ‘partitone’ al Circolo Vie Nuove, avvenuta lo scorso marzo a Firenze, si sarebbe aperta alla cittadinanza e dove la leadership dovrebbe ispirarsi ad un modello di “democrazia deliberativa” (A. Lo Presti, ‘la Repubblica-Firenze’, 21.3.13): apriti Sedano!

Tanto che qualcuno, tra i vari interventi della serata, si è addirittura ricordato che come da statuto gli iscritti non hanno nessun potere (Filippo Fossati): meglio tardi che mai! Quando poi il professor d’Alimonte, insieme al prof. Floridia, iniziava a snocciolare impietosamente i dati delle ultime elezioni politiche, qualcuno dal fondo ha inveito: “Questa è una riunione del PD!”. La reazione dei partecipanti naturalmente non si è fatta attendere, tanto che pure il giornalista della cronaca locale de ‘la Repubblica’, che girava continuamente la sala quasi fosse un controllore di un interregionale delle FS, si è immediatamente girato verso lo sventurato militante con il braccio alzato quasi volesse dirgli: “O chetati, per Dio!”. Non si capiva se il cronista era più militante del militante stesso.

Non c’è che dire, l’atmosfera era quella della tombola del Cioni Mario, dove allora il punto centrale del dibattito era: “Pole la donna permettisi di pareggiare con l’omo?” ( http://www.youtube.com/watch?v=zTXraeni3XI ). Da non lasciare nel dimenticatoio che quando uno dei partecipanti, da non iscritto e nel brusio generale, ha preso la parola, quasi metà dei presenti hanno iniziato ad andarsene: ma si sa quella sera in TV c’era l’amichevole Italia-Brasile. Domandona finale: è stata fatta una relazione, una sintesi di tutti gli interventi? Si è deliberato qualcosa? Ma sicuramente!

E allora i cittadini fiorentini possono dormire sonni tranquilli sul loro coinvolgimento alla vita pubblica, tanto che appena si entra in città uscendo dall’autostrada del Sole si legge: “Le porte della tua città sono sempre aperte. Click”: tranne però le porte dell’Osservatorio Ambientale sulla TAV. Nulla di penalmente rilevante per l’amministrazione comunale fiorentina, ma quando mai i comuni mortali ne erano stati informati della presenza di tale osservatorio? E se non ci fosse stata l’inchiesta della magistratura a svelare i “magheggi”? Tanto più che fanno riflettere le dichiarazioni del Presidente della Regione Rossi rilasciate a ‘la Repubblica-Firenze’ lo scorso 15.1.13 in merito alle modalità di concepimento di questa opera infrastrutturale, quando afferma che l’ex presidente della Regione Chiti e l’ex Sindaco di Firenze Primicerio “hanno avuto le loro buone ragioni”. Buone sì, ma a favore di chi? Forse di Tizio, Caio, Sempronio? Non è specificato, ma è proprio qui che pare caschi l’asino: dov’è il Business Plan o il Piano Industriale che dir si voglia? E qualora dovessero sfrecciarci i nuovi ‘FrecciaRossa 1000’, che hanno una velocità di crociera superiore rispetto a quello di un Concorde in fase di decollo, siamo sicuri che il PIL toscano e italiano aumenterà? Ironia della sorte, nei giorni dell’inaugurazione del suddetto gioiello dedicato al velocista Pietro Mennea, i viaggiatori dell’interregionale Siena-Firenze hanno avuto la lieta sorpresa di un incendio a bordo con conseguente ‘ammaraggio’.

Nel ricorso depositato al Tar fiorentino contro la Regione, in merito agli additivi per gli scavi effettuati con la fresa Monna Lisa si legge: “senza ombra di dubbio la non pericolosità e la biodegrabilità degli stessi” e che la VIA del ministero abbia “riconosciuto la riutilizzabilità del materiale di scavo, escludendone la natura di rifiuto” (J.Sanalitro & S.Grassi, ‘la Repubblica-Firenze’, 31.1.13)

Poi però per stessa ammissione dei tecnici, grazie all’inchiesta dei ROS, si scopre che la fresa era stata montata talmente male che era “un lavoro fatto molto con i piedi”, con “guarnizioni di m.”, e che la fresa Monna Lisa avrebbe “pisciato olio” (‘la Repubblica-Firenze’, 31.1.13); e che nel cemento dei conci “dobbiamo taroccà” (‘la Repubblica-Firenze, 30.1.13’).

Per poi leggere che in merito alle analisi truccate delle terre di scavo “Gli avvocati non potevano saperlo” (‘la Repubblica-Firenze’, 7.2.13): e chi lo doveva sapere, forse le mamme degli alunni della scuola Rosai? Da quando in qua le fesserie sono biodegradabili?

Del prof. Stefano Grassi, capalbiamente abbronzato, autore tra l’altro di “Problemi di diritto costituzionale dell’ambiente”, che dire. C’era una volta lo Studio Barile?

E Iacopo, che la sua mamma da bambino lo chiamava ‘topino’? E’ diventato il topone del tubone?

Sempre in tema trasporti, lo scorso 3.02.13 (apprezzabile la presenza del Presidente Rossi) durante l’assemblea dei Comitati per discutere sulla “Piattaforma Toscana”, qualcuno ha ricordato che dopo l’inaugurazione della TAV Firenze-Bologna era stato promesso che la vecchia linea ferroviaria sarebbe stata utilizzata per i treni merci: a che punto siamo?

Il Sindaco di Firenze invece di regalare sorrisi in val di Susa durante le ‘primarie’, se prima di dare il suo assenso alla TAV fiorentina avesse posto un aut aut con un perentorio “o si coinvolge la cittadinanza e la si fa decidere, altrimenti non firmo” avrebbe dimostrato coerenza. Probabile che su questa ambivalenza l’avv.anti-TAV Bonafede, nonché neo deputato M5S, non farà sconti alle prossime elezioni fiorentine accusandolo di fare parte del ‘sistema’. E non a torto.

E se proprio bisogna dirla tutta, l’unico sottopasso di cui necessita una città come Firenze è quello che unisce il Pronto Soccorso del maggior ospedale ai vari reparti specializzati: sono quelli i secondi preziosi che servono per rinascere, ed uscire da questa placenta del Rinascimento.

Delle vicende senesi si è scritto abbastanza, ma Giuseppe De Rita, presidente del Censis, in Rettorato lo scorso 28.1.13 per la giornata dedicata allo “Spirito Civico”, in merito al suddetto ‘sistema’ ha detto che uno dei mali che affliggono l’Italia sono costituiti proprio dai cacicchi, cioè i capi delle comunità tribali. E su Firenze, tanto per non far nomi, ha fatto riferimento proprio alla famiglia Mazzei. Famiglia che con il giovane Jacopo, ex presidente della Fondazione Ente Cassa di Risparmio, ha contribuito per “10 mila euro” (‘la Repubblica-Firenze’, 3.4.13) alla campagna elettorale del Sindaco fiorentino.

Pregevole poi l’iniziativa sugli attivisti digitali presso il Robert Kennedy Center per impartire lezioni ai rifugiati politici su come inviare email anonime: ci siamo già dimenticati delle email da “pensaci_bene@tempemail.net” sui pc di mezzo Comune di Firenze che hanno creato scompiglio in Consiglio durante le ‘primarie’? Si presume che il sistema informatico del Comune di Firenze sia dotato di un firewall per proteggersi dagli intrusi: chi ha inviato allora quelle email? Non si rammenta che i dipendenti della Provincia e della Regione abbiano subito lo stesso trattamento.

Beninteso che qui non si sta tentando di fare il processo alle intenzioni e trovare tutti i difetti del mondo al Sindaco di Firenze, nessuno è perfetto, ed anche perché si rischierebbe di diventare monotematici. Il Sindaco non è certo responsabile se abbiamo il terzo debito pubblico al mondo. Ma quando uno sale sulla scena nazionale spacciandosi come Vandea del rinnovamento, o come “novello Romolo” in salsa bianco virginale, è chiaro che i suoi comportamenti prima o poi verranno messi sotto la lente di ingrandimento. E la domanda più ricorrente che qualsiasi persona in possesso di licenza media potrà porsi è: “Ma il cambio di passo dov’è?”. I prodromi per diventare l’ennesimo liberal-bottegaio ci sono tutti (“Oh io c’ho 35 parlamentari”, M.Renzi a ‘Servizio Pubblico’).

Evidentemente le botteghe costano e forse non è solo questione di facce nuove e offerta politica, come ha sostenuto il prof. d’Alimonte, nello spiegare l’esito elettorale.

Spolverando qualche vecchia libreria, saltano fuori esempi non di offerta politica ma di offerta ‘alla’ politica, quale il bollettino postale contenuto dentro ‘L’educazione sentimentale’ di Flaubert come supplemento a ‘l’Unità’ del maggio 1996 (allegato ‘unità_060596‘): alle botteghe oscure probabilmente questi oboli non erano sufficienti per tirare avanti, dopo l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti.

Nel 2006 Riva finanziò la campagna elettorale di Bersani con 98mila euro” (‘Il Fatto Quotidiano’, 16.5.13): anche in caso di finanziamento privato vi sono esempi come quello appena citato in cui c’è chi è finito letteralmente alla deRiva.

Poi ci sono altri tipi di ‘offerte’ sotto forma di pubblicità più o meno occulta come nell’inserto musicale dedicato a Stravinsky de ‘la Repubblica’ del giugno 1987 (allegato ‘repubblica_100687‘): chissà come si sarà giudicato l’appalto l’Olivetti presso il Ministero della Pubblica Istruzione; e soprattutto che fine avrà fatto il progetto ‘Classnet’. Forse allora il Cavaliere leggendo quella pubblicità ‘progresso’, qualche settimana dopo, friggendo di rabbia o colto da un sogno di mezza estate avrà pensato “Voglio avere anch’io un impero mediatico come l’Ingegnere”: cattivi maestri al suddetto ministero?

Italo con Eataly. La tua cucina in viaggio” sta scritto sull’opuscolo in mostra quando si scende dal nuovissimo treno ad Alta Velocità NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori). Nulla da obbiettare sulla qualità dei servizi forniti dalle suddette aziende, ma si sa benissimo per chi abbiano parteggiato finanziariamente durante le ultime ‘primarie’: per renderlo più efficace non potevano cambiare l’ultima parte dello slogan con “Il tuo Sindaco in viaggio”? Peraltro su “Banchieri & Compari” di Gianni Dragoni (Ed. Chiarelettere 2012) si legge: “Il 28 luglio 2007 si è verificato il miracolo: Alessandro Bianchi, ministro dei Trasporti nel governo di centrosinistra presieduto da Romano Prodi, ha autorizzato l’accesso di Ntv ai binari dell’alta velocità. Tutto questo senza una gara né un bando pubblico per attirare altri partecipanti”. Se si deve bollare uno dei candidati, poi folgorato, sulla via del Quirinale come “uomo del secolo scorso”, allora non ha ragione la Meloni di ‘Fratelli d’Italia’ che disse “Mi sorprende Matteo Renzi”, quando si è trattato di scegliere l’ex premier ulivista come candidato alla presidenza della Repubblica?

Neanche sotto il ‘Sole’ tutto è chiaro: “Pochi giorni fa Giorgio Squinzi ha inaugurato la quarta fabbrica polacca del suo gruppo, a Barcin. Alla fine del prossimo mese, invece, a Bari, il presidente della Confindustria chiuderà simbolicamente i cancelli della Promer Srl, produttrice di guaine isolanti per terrazzi e solai del gruppo Polyglass, leader del settore e controllato dalla sua Mapei” (Antonio Calitri, ‘l’Espresso’, 23.5.13). Il presidente di Confindustria oltre che lamentarsi che “siamo sul baratro”, perché in cima ai suoi pensieri pare ci sia solo la flessibilità, non si capisce se perda più tempo a scrivere i resoconti delle tappe del Giro d’Italia sul giornale di Confindustria o a delocalizzare le sue aziende: avrà mica scambiato il colore rosa de ‘Il Sole 24 Ore’ con quello de ‘la Gazzetta dello Sport’? E comunque, mettere in prima pagina nei riquadrini in alto a dx e sx inserzioni pubblicitarie della sua azienda sul ‘suo’ giornale, almeno fino a quando non scade il suo mandato, non è una mancanza di stile? Sembrerebbe un dettaglio…Vedremo lo stile dei più giovani che dicono di volersi ‘scatenare’.

Tornando alle analisi sull’esito del voto politico, va riconosciuto che la “sconfitta perfetta”, è nel non aver visto la realtà in Lombardia al quale “ha contribuito indubbiamente l’arancionismo, plasticamente rappresentato sul palco Dal Verme il 12 gennaio da Gherardo Colombo, Lella Costa, Vecchioni, Eco, Gad Lerner… L’arancionismo è la fase suprema e senile della sinistra radical-chic, rinserrata tra le mura spagnole, che eccita e diverte le platee con le facili battute antiberlusconiane e antileghiste, ma che non ha mai avuto il collegamento intellettuale con il tessuto economico-sociale e culturale lombardo” (G.Cominelli per ‘Arcipelago Milano’, 3.3.13). Arancionismo o no, scenario già visto oltre dieci anni fa.

Ma non è tutto: “E poi penso a quell’unica grande corrente composta dal gruppo Espresso-Repubblica, Micromega, Libertà e Giustizia che ha conquistato l’egemonia interpretativa del nuovo partito. Sono stati gli intellettuali, i giornali, le riviste a formare la mentalità dei quadri del Pd, la cultura del militante medio, molto più che i circoli…” (M.Salvati, ‘l’Espresso’, 16.5.13). Accidenti che peperino il ‘ragazzo’, ma a qualcuno/a fischiano le orecchie?

Quelli che sono stati pizzicati dal ‘ragazzo’, perché invece di Bologna non hanno scelto Siena, ora che c’è anche l’aeroporto, per organizzare la manifestazione dal titolo “Non è cosa vostra”, dedicandola sia all’Alberto, che con la sua corrente parteggia per il candidato sindaco di centrosinistra, e sia all’Alfredo, che anche lui munito di corrente, sponsorizza il candidato sindaco di centrodestra? Si odiavan come fratelli: fosse vivo Dostoevskij sicuramente scriverebbe ‘I fratelli Monaciov’. Tutti insieme armoniosamente, si arriverà all’ennesimo commissariamento della giunta comunale senese?

Ma ‘benedetto’ Ingegnere, dopo aver ascoltato in prima fila in silenzio le ‘mascotte’ del riformismo italiano sia allo Spazio Krizia e sia nei vari teatri milanesi, dopo aver fatto il tifo per lo smacchiatore di giaguari, dopo aver detto che queste erano “vere primarie” (!), dopo aver dichiarato pochi giorni prima del voto politico che il Cavaliere era ormai giunto al tramonto, non è che fare un endorsement in favore del Sindaco di Firenze come leader del centrosinistra possa costituire l’ennesima disgrazia?

Non si capisce poi se queste esternazioni le fa come privato cittadino o come capo di un gruppo che fa tendenza. Come sembra suggerire Salvati, il ‘suo’ quotidiano è o non è la cassa di risonanza di qualche partito ‘democratico’? Se ne parlerà durante ‘La Repubblica delle idee’?. E’ un’idea.

Non parliamo poi che sul sito dei ‘Perennemente Distrutti’ in cinque anni sono passati dallo scimmiottare le canzoni dei Village People per arrivare a quelle dei Queen: forse per rendere più incisivo lo smacchiamento del Giaguaro? Trattasi di ‘riformismo’ canoro?

E anche l’eccessiva propaganda alla lunga può stancare: ‘profetico’ infatti il titolo “Il duetto Renzi-Bersani convince l’Obihall” (‘la Repubblica-Firenze’, 2.2.13′): viene in mente la barzelletta in cui il Sindaco di Cecina grida ai suoi cittadini “Cecinesi!” e tutti terrorizzati scappan via. Fatti o propaganda: se ne parlerà a ‘La Repubblica delle idee’? E’ un’idea.

Oltre a ciò non andrebbe dimenticato che, campagne elettorali a parte, l’astensionismo e i grillini (che fanno rima con savonarolini) a torto o a ragione si riconoscono nella seguente frase: “La ‘ndrangheta ha bisogno della politica e i politici hanno bisogno della ‘ndrangheta. Il patto si fa prima: a loro i voti a noi i cantieri” (collaboratore di giustizia, ‘la Repubblica’, 14.1.12).

L’Italia sarà anche piena di talenti ma senza un piano industriale a lungo termine come al solito rischia di farci tornare al punto di partenza: “bruchi siamo nati e bruchi si rimane” (Carlo Monni).

Un esempio eclatante nazionale: “Nel 1999 Telecom era al 50esimo posto nella classifica Forbes per le aziende più grandi del mondo. Oggi è scesa al 586esimo… Elettronica e computer sono al 2.9% contro il 5.8% continentale” (E.Livini, ‘la Repubblica’, 28.5.13). Proprio nel 1999 Olivetti attraverso Tecnost di Colanninno faceva la famosa OPA su Telecom: visto che il Sindaco di Firenze è sempre stato giustamente critico nei confronti dei ‘capitani coraggiosi’, riuscirà a sferzare l’Ingegnere su questo argomento a ‘La Repubblica delle idee’? E’ un’idea. Anche perché l’attuale direttore del quotidiano ‘la Repubblica’ e il succitato capitano non sembrano darsi del lei, ma del tu.

Un esempio locale eclatante: in ambito digitale gli startupper fiorentini possono passare attraverso la ‘Nana Bianca’, inaugurata dal Sindaco gli ultimi giorni delle ‘primarie’, i cui soci fondatori sono gli stessi di ‘Dada S.p.A’, net company che ha RCS Media Group tra i principali azionisti, alla cui presidenza del consiglio di amministrazione vede Alberto Bianchi, che come accennato in precedenza è presidente della Fondazione Big Bang. A parte che sull’accezione del termine “startup”ci sarebbe da discutere (Tremolada del ‘Sole’ ne è aggiornato), ma nella task force nominata all’uopo dall’ex Ministro Passera l’11.4.12, oltre a professionisti come Luca de Biase, ce ne sono altri legati mani e piedi alle succitate aziende fiorentine.

E il Narciso? Lo scorso ottobre alla biblioteca delle Oblate a Firenze per la presentazione del suo ultimo libro “La passione dell’etica” fece delle allusioni mica da ridere nei confronti del Sindaco di Firenze. Ora che gli è più simpatico, cosa ci racconterà nel Salone dei Cinquecento, nella tana del lupo? Ci leggerà ‘Cappuccetto Rosso’ o ‘Pierino e il lupo’? Ma se il lupo non c’è più?

Come già segnalato in precedenza il quotidiano ‘la Repubblica’ ha sbagliato (almeno l’edizione fiorentina) ad attaccare il Sindaco di Firenze, prima della sua discesa in campo nazionale, anche con mezzucci al limite della deontologia. Ora però che il giovane talento aveva detto che “Ve l’avevo detto che non avrei fatto il capo corrente” per poi smentirsi alla luce dei fatti, si pone un problema: o il cronista de ‘la Repubblica’ ha riportato il falso, ed in questo caso dovrebbe essere deontologicamente punito, o il primo a prendere le distanze dal Sindaco fiorentino dovrebbe essere proprio il quotidiano dell’Ingegnere.

Qui il problema non è politico, è puramente etico. Con le guerre civili non si va da nessuna parte, ma adesso tutti “Amici” come dalla De Filippi?

E si vuole rilanciare il Belpaese con questo tasso di feudalizzazione?

Da dove si ricomincia?

Posto che abbiamo sì e no altri 30 anni per evitare di innescare fenomeni atmosferici irreversibili e che il World Economic Forum a Davos ha reso noto attraverso uno studio, ‘Rebuilding Europe competitiviness’, che i punti deboli dell’Europa sono “l’efficienza del mercato del lavoro, l’innovazione tecnologica, la formazione e l’istruzione superiore” (Vittorio da Rold, ‘Il Sole 24 Ore’ 27.1.13), intanto Gianni Silvestrini del Kyoto Club all’ultimo ‘SolarExpo’ lo scorso 8.5.13 ha detto che “l’adozione di politiche di supporto all’efficienza e alle rinnovabili dovrebbe consentire al paese di risparmiare annualmente circa 20 miliardi per minori importazioni di petrolio, gas e carbone”. Vanno bene gli eco-bonus del governo appena in carica ma, come sempre accade in questo paese, se non si attua una politica energetica a lungo raggio, si rischia di aggredire il futuro a spizzichi e bocconi. Tanto che all’ultimo ‘Festival dell’Energia’, tenutosi a Roma pochi giorni fa, Franco Paparella, presidente di ItaliaCamp, ha sottolineato come le detrazioni fiscali in ambito energetico dovrebbero essere date alle aziende più che alle persone.

Si aggiunge che queste detrazioni dovrebbero essere maggiorate a chi fa gruppo o sistema con altre imprese, con l’obbligo di utilizzare degli SCADA per il monitoraggio dei consumi energetici: forse allora sì che si riuscirebbe ad allontanare l’industria italiana dal “capitalismo molecolare” (copyright A.Bonomi). Se poi il nostro sistema tributario fosse più simile a quello dell’Internal Revenue Service statunitense, forse alcuni imprenditori come i Riva dell’Ilva non sarebbero stati ‘incentivati’ a portate i loro capitali all’estero, ma semmai a reinvestirli nelle loro aziende per l’efficientamento energetico. E allargando il discorso, in questo modo probabilmente i 70 miliardi di sommerso nazionale tornerebbero in superficie.

Ma dove trovare i soldi per tali investimenti?

Appunto, “Where is the money?” Se intanto il Sindaco di Firenze con il suo giubbottino nero in pelle andasse ballando anche nelle periferie a distrarre i meno abbienti sarebbe già un successo, nella speranza però che governanti evitino solo di “brag about a paperwork solution” ( http://www.youtube.com/watch?v=jHrHzCrJXww ).

C’è chi come Dragoni sul suo ultimo libro suggerisce un prestito forzoso da parte di coloro “con un patrimonio molto elevato (almeno un milione di euro in ricchezza finanziaria e immobili, esclusa la prima casa) a comprare nuovo titoli di Stato della durata di cinque anni”. Chi invece come Maurizio Bertoncello, pagandosi un’informazione pubblicitaria su ‘Il Sole 24 Ore’ del 5.5.13, ci ricorda che “La Banca d’Italia ha al suo attivo circa 2500 tonnellate d’Oro che ai prezzi odierni valgono circa 80 miliardi”. Che poi era quanto suggerito da Lannutti nel suo libro del 2008 quando parlava di “piano quadriennale di dismissioni delle riserve auree della Banca d’Italia (al ritmo di 10 miliardi di euro annui)”.

Si dia quindi inizio alla caccia al Tesoro anche con altre soluzioni, ma non si dimentichi che sulla maglietta di una ragazza alla manifestazione di ‘Libera’, tenutasi a Firenze lo scorso marzo, stava scritto: “La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarsi”.

Per rendere meglio l’idea e dare un tocco di dolcezza (quando si dice dulcis in fundo), basta recarsi al supermercato e leggere quello che c’è scritto sulle confezioni dei biscotti di un ben noto Mulino: “Nessuno seppe mai se fu la panna ad abbracciare la cioccolata o viceversa”.

Cordialmente

Giovanni Amaducci

Pensierino della Scossa: “Amaducci, tre domandine finali. La prima: non vorrai mica fare credere a quei pochi che ti leggono che sei l’ennesimo amico del popolo, dato che quando eri un teenager sei andato a farti la Summer School a Stanford (roba da siuri) e per giunta con la primogenita della Contessa Folonari?” Sì è vero, ma fu un incontro fortuito. E poi i miei primi 100 dollari me li sono guadagnati a Palo Alto a dipingere le staccionate. Fossi rimasto là, mentre c’era chi apriva un garage, sarei diventato un grande imbianchino rinascimentale.

Passiamo oltre. Seconda domanda: come ci si sente ad essere correntisti MPS?”. Mah, con tutti questi ‘bonifici’ a destra e manca, ne avessero fatto uno per sbaglio sul mio C.C.: potrei finalmente dire ‘Che Banca!’. Ma più che suonare il rock la mia banca ha suonato il roll.

La terza: come ci si sente ad essere vicini di casa di uno dei due avvocati che hanno scritto che la TAV fiorentina era pronta all’uso?”. Di fango, sto aspettando solo che qualcuno mi faccia la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) per portarmi via!

Senti, a proposito di rock, concedici un’ultima domanda: visto che le le canti sempre chiare, perché non hai fatto anche tu le ‘primarie’, così al limite in caso di sconfitta almeno ti avrebbero spedito a Sanremo?”. Già, poteva essere un’idea ora che la ‘Florence Multimedia’ è stata messa in liquidazione perché ritenuta “non strategica”; potrei curare la mia immagine non più a carico dei contribuenti. E fondare in questo modo una mia corrente all’interno di qualche partito ‘democratico’ e cercare così di dargli una scossa, cosa che farebbe felice sia i rocchettari che gli elettrotecnici perché la chiamerei AC/DC (Amaducciani Contro Democristiani e Comunisti): come in un sogno, orbitanti attorno a me, avrei elettori elettrici ed elettrici elettriche, tutti pieni di cariche. E poi carta canta, no?

Sì però con tutta questa ironia su tutto e tutti, invece di dare una scossa corri il rischio che alla fine nessuno ti prenda più sul serio, e a quel punto cosa canterai?”. Intonerò: ebony and irony live together in harmony, side by side on my piano. Beviamoci ‘sto Lucano, dai.

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