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Firenze, 8.11.19

Gent.mo Professor Dei,

Non si può essere un buon agrario, un buon ingegnere, un buon medico, un buon chimico, un buon letterato o un buon economista senza conoscere la storia”: queste le Sue dichiarazioni rilasciate alla stampa (‘la Repubblica-Firenze’, 17.10.19) pochi giorni dopo il convegno tenutosi in Rettorato su ‘Carlo Azeglio Ciampi e il suo governo 1993-1994‘.

Come ho ricordato al Prof. Merlini (in calce), al suddetto incontro c’è stata “poca autocritica” ed i fatti di questi giorni dimostrano come all’epoca non ci fu presa di coscienza che i sindacati avrebbero dovuto riformarsi su un modello nord europeo.

Ma in vista del convegno che si terrà il prossimo 3.12.19 a Palazzo Strozzi su ‘Carlo Azeglio Ciampi Ministro del Tesoro e l’adesione all’Euro’ ( https://www.sns.it/sites/default/files/allegati/2019/10/locandinaciampi3dicembre2019.pdf ) forse è utile elencare alcuni fatti che hanno caratterizzato il ministero di quest’ultimo, quando nel febbraio del 1999 fu annunciata l’intenzione di privatizzare Telecom per mano di Colaninno che “prevedeva un’Opa del costo di 60 miliardi di euro così finanziato: il 15% dalla vendita dei gioielli di famiglia Omnitel e Infostrada, il 5% da un aumento di capitale della Olivetti, il 40% dai prestiti bancari della Chase, e il rimanente 40% da un abile gioco finanziario di conversione delle azioni in obbligazioni e azioni della Tecnost, la scatola attraverso la quale la Olivetti contrae il debito per acquistare la Telecom” (Maurizio Matteo Dècina, ‘La banda larga’). “E’ un po’ come comprare a debito un ospedale tagliando la corrente elettrica per pagare le rate del mutuo” (Vito Gamberale), o “Una rapina in pieno giorno” (‘Financial Times’, settembre 1999).

La contromossa all’Opa sarebbe stata quella di mandare alle stelle le azioni Telecom grazie alla fusione con Tim. “La delibera però deve essere approvata dall’assemblea degli azionisti fissata per il 10 aprile a Torino, un appuntamento in cui la società avrebbe assoluto bisogno di una affluenza pari almeno al 30% del capitale… Nel capoluogo piemontese si presentano solamente il 23% degli azionisti. Chi manca all’appello? Il Tesoro con il 3,5% delle azioni e il Fondo pensioni on il 2,4%, seguiti da altri investitori di rilievo” (Maurizio Matteo Dècina, ‘La banda larga’). Ciampi, che allora era Ministro del Tesoro, nel giro di un mese il 13.5.99 fu eletto Presidente della Repubblica alla prima votazione con oltre il 70% dei voti; cosa che l’indomani sul ‘Corriere’ sorprese favorevolmente persino Montanelli.

Ben altra storia l’elezione del precedessore Scalfaro, eletto al sedicesimo scrutinio due giorni dopo l’assassinio di Falcone (23.5.92).

In qualità di delegato alla sostenibilità, il Prof. Bagnoli il 27.5.19 al Palagio di Parte Guelfa ha portato i Suoi saluti durante la plenaria conclusiva alla ‘Local Conference of Youth‘ sul climate change; ed i giovani lo hanno capito nel seminario dedicato a ‘Mafia e cambiamento climatico’ che questa non ammazza quasi più con la lupara, ma semmai agisce infiltrandosi negli appalti pubblici grazie ai colletti bianchi. Il tutto però facilitato dal fatto che in Italia manca una legge di regolamentazione dei partiti (art.49 Costituzione). Ed ha fatto benissimo due anni fa il Prof. Merlini durante un convengo dedicato a Calamandrei in Palazzo Vecchio a ricordare come il giurista fiorentino già dalla notte dei tempi accusava la DC ed il PCI di non voler prendere atto di questa falla; che probabilmente è la principale causa del debito pubblico del Belpaese.

L’augurio è che i giovani, alla pasta con i calamari, preferiscano quella alla Calamandrei.

Cordialmente

Giovanni Amaducci

One Thought on “Pasta alla Calamandrei

  1. Maurizio Mattei Dècina on 2 aprile 2021 at 21:56 said:

    Analisi Ottima….

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